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Come si conserva il vino? Ecco le sei regole d’oro

Per creare una cantina personale che consenta di conservare i vini permettendo loro di affinarsi armoniosamente nel tempo occorre rispettare alcune avvertenze elementari.

Primo: la temperatura ideale per la conservazione del vino deve andare dai 12 ai 16 gradi ed è accettabile anche se la temperatura si mantiene costante anche tra 18  e 20 gradi. Va assolutamente evitato uno sbalzo termico dal caldo al freddo o viceversa, che danneggia il vino ed il tappo.

Secondo: è meglio poter usufruire di un locale sotterraneo senza luce, che altera il vino, sia per la forza dei raggi che per il calore che produce.

Terzo: un locale soggetto a vibrazioni esterne tende a far perdere elasticità al tappo con conseguente minor garanzia di tenuta.

Quarto: l’umidità è amica del vino. Se l’ambiente non è umido si può installare un umidificatore, facendo attenzione a non rovinare l’etichetta, la vera carta d’identità del vino.

Quinto: l’ambiente deve essere sempre pulito e la cantina non può essere anche un ripostiglio, perché il sughero assorbe gli odori e poi li trasmette al vino.

Sesto: le bottiglie vanno tenute orizzontali, di modo che il sughero rimanga sempre umido grazie al contatto con il vino e quindi meno permeabile all’aria.

Franco Ziliani

Fonte: www.lifegate.it

Un commento su “Come si conserva il vino? Ecco le sei regole d’oro

  1. Francesco
    30 luglio 2009

    Qualche integrazione ai suddetti suggerimenti.
    * * *
    Punto n. 3 — Un valido modo per evitare che le bottiglie subiscano vibrazioni è riporle, orizzontali, in solide strutture di legno (scaffalature, celle, strutture modulabili) facendo in modo che ogni singola bottiglia sia adagiata sul legno, materiale che assorbe molto bene le eventuali vibrazioni e protegge il vino. Evitare, dunque, anche il contatto tra le bottiglie: ogni singola bottiglia deve toccare unicamente il legno.
    * * *
    Punto n. 4 — Un buon modo per far sì che, nonostante l’umidità necessaria alla conservazione del vino che dovrebbe aggirarsi tra il 60 e il 75 %, le etichette si mantengano bene consiste nel rivestire la singola etichetta con un foglio di carta velina ben schiacciato ai lati con nastro adesivo riposizionabile (che, quindi, avrà contatto con il vetro) e poi avvolgere la bottiglia con un altro foglio di carta velina sul quale si può scrivere con un pennarello indelebile le notizie identificative della bottiglia. Si può anche legare alla stessa un cartellino con tali dati, ma c’è sempre il rischio che possa staccarsi e andare perso.
    * * *
    Occorre sempre avere un archivio in cui elencare le bottiglie che entrano in cantina e spuntarvi quelle che vi escono, altrimenti nel corso degli anni si finisce per perdere la memoria di ciò che si possiede. Lo si può fare tecnologicamente creando un file dedicato nel proprio computer o, più romanticamente come il sottoscritto, annotando a mano con un rapido sottilissimo (punta 0,05 mm) il tutto su taccuini Moleskine.
    Gli stessi archivi, informatici e/o cartacei, possono fungere da quaderno di degustazione: è bene prevedere, sotto la scheda di ogni singolo vino, lo spazio per annotarvi le impressioni sensoriali avvertite al momento della degustazione. Resta un bel ricordo e un valido strumento per acquisire esperienza e confrontare i cambiamenti dei vino nel corso degli anni.

I commenti sono chiusi.

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Questa voce è stata pubblicata il 30 luglio 2009 da in L'angolo del vino ( e della birra) con tag , , , , .
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