Basta con i furti di biciclette a Milano: un chip, inserito nel telaio, collegato a un database digitale, permetterà alla polizia di rintracciare i ladri.
La Provincia è decisa a difendere i milanesi che tengono all’ambiente e amano muoversi sulle due ruote, con tecnologie anti hacker: processori (a forma di stellina o di corona) per la rintracciabilità del ferro, codici identificativi e registro pubblico per le due ruote.
Il progetto «MiBici Sicura» è stato presentato ieri dall’assessore alle Infrastrutture, Giovanni De Nicola, in vista della Giornata nazionale della bicicletta, il 9 maggio: «Vogliamo favorire il trasporto dolce ed ecocompatibile »
Inoltre è stata creata anche una polizza assicurativa (da 25 euro circa) che risarcisca i furti e «copra» i danni sui tragitti casa- ufficio: «Anche gli incidenti in bicicletta — assicura De Nicola— saranno riconosciuti come infortuni sul lavoro». Un Pra delle due ruote che oggi ha l’appoggio di ben 150 rivenditori, con un costo aggiuntivo di soli 5 euro.
Fonte: www.milanoblog.it
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Sul Corriere.it leggo che: Mi-111. Un codice, come una targa. Un numerazione univoca, non duplicabile. E un adesivo da appiccicare sul telaio: «Questa bici è identificata elettronicamente ». D’accordo, ma chi controlla? «Tutte le forze dell’ordine saranno dotate di lettori». Ma non si vedranno pattuglioni tra rastrelliere e marciapiedi, «sarebbe impensabile »: gli agenti ispezioneranno le bici recuperate nelle retate e messe all’asta.
Ovvio che non si possa ipotizzare che i vigili controllino le bici per la strada, non perchè non sia utile, ma perchè vista la carenza di organico, la disoganizzazione ed il lassismo innato di molti, non se ne esce. A scrivere leggi e regolamenti siamo capaci tutti…però è necessario avere le strutture che le facciano rispettare.