Un articolo che leggo su Il Salvagente e che attesta, se ce ne fosse bisogno, che non c’è niente di nuovo sotto il sole. Sono decenni che si dicono sempre le stesse cose, si fanno le stesse denunce, si minacciano sanzioni ed ispezioni, ma a pagare è sempre il cittadino.
A proposito delle pesanti sanzioni minacciate dalla Gelmini, mi chiedo (seriamente, senza polemica) chi eventualmente le dovrebbe pagare. Il Preside di tasca sua oppure che? Dubito che sia il Preside, per cui finchè le colpe commesse dal singolo che non vigila le pagherà la collettività, va da sè che al solito ci ritroveremo cornuti & mazziati…
Ed infatti leggendo l’articolo si legge che la Gelmini ha parlato addirittura della possibilità di ridurre il trasferimento dei fondi da parte del ministero. Riducendo i fondi, già scarsi, ritengo, non si fa altro che colpire ulteriormente la scuola e non chi viola le regole, probabilmente ben foraggiato da certe Case Editrici…
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Non tutte le scuole rispettano i tetti di spesa per i libri di testo. Non solo, alcune utilizzano degli escamotage per aggiungere alla lista costosi libri che ufficialmente non rientrano tra quelli obbligatori.
Questa la denuncia dell’Adiconsum, che ha condotto un’indagine sul rispetto dei tetti di spesa dei libri di testo della scuola secondaria di II grado, (dove la spesa massima da imporre alle famiglie, varia per il primo anno, dai 240 ai 330 euro a seconda dell’Istituto, per scendere poi dai 140 ai 190 il secondo).
L’associazione di consumatori ha censito 16 istituti al Nord, 16 nel Centro e 16 nel Sud per un totale di 48 istituti e di 10 classi per istituto. In totale sono state analizzate dunque 480 classi.
I risultati dell’inchiesta non sono stati confortanti, nonostante il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini abbia di recente minacciato di mandare gli ispettori nelle scuole che abbiano sforato i tetti di spesa, promettendo sanzioni pesanti. La Gelmini ha parlato addirittura della possibilità di ridurre il trasferimento dei fondi da parte del ministero.
Le sue parole, a quanto pare, non sembrano però avere sortito l’effetto sperato. Secondo quanto rilevato da Adiconsum lo sforamento si è avuto soprattutto al Nord, dove su 160 classi monitorate ben 100 risultano “fuorilegge”. Al centro Italia hanno sforato invece 82 classi su 160 e al Sud 84 su 160.
Dall’indagine sono emersi anche altri aspetti: il fatto, per esempio, che alcuni docenti inseriscono dei testi fondamentali tra quelli solamente “consigliati”, obbligando così le famiglie ad acquistarli senza che ciò, ufficialmente, rientri nel conteggio complessivo, e, facendo in modo che l’anno successivo questi testi compaiano come già acquisiti.
Duro il commento del segretario generale dell’Adiconsum, Pietro Giordano: “Dall’inchiesta emerge chiaramente come lo sforamento dei tetti di spesa sia una consuetudine”, dice, chiedendo verifiche da parte del ministero.
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