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Il supermercato campo di battaglia

leggo un articolo su Il Portale dei Consumatori nel quale ci si pone la domanda: C’è modo di uscire da un supermercato con un carrello un po’ più pieno e uno scontrino più leggero?

A prescindere dalla lotta con gli aumenti, il consiglio letto tempo fa, circa il fare la spesa a stomaco pieno, è quello che trovo più utile; sabato scorso siamo andati al supermercato dopo un bel pranzetto pasquale (anticipato al sabato 😉 al fine di schivare prezzi pompati, lunghe attese e, spesso, qualità scadente) ed infatti l’importo finale è stato decisamente più basso del solito.

Comunque sia ecco in sintesi l’articolo di cui parlavo poco fa:

Il taglio della spesa alimentare è l’ultimo atto della nostra personalissima “guerra” alla crisi economica, e il supermercato è il campo di battaglia.

È qui che le famiglie italiane giocano la partita del risparmio: la spesa settimanale è ben pianificata per comprare il giusto e il menu da portare a tavola è “costruito” di volta in volta in base alle offerte più convenienti. E se la carne rossa non è in promozione, questa settimana si salta.

Agiscono così almeno sei italiani su dieci. È uno dei dati emersi dal recente studio secondo cui nel 2011 il consumo di carni e salumi si è ridotto dello 0,9% e quello di latte fresco del 2,2%, ormai percepiti come beni di lusso.

Conosciamo bene ormai tutti i tipi di promozione, dal 3×2 alle linee “primo prezzo”, ma se ci aspettiamo soluzioni innovative da parte della Grande distribuzione resteremo delusi: In mancanza di idee, la Gdo si è omologata sugli stessi strumenti promozionali.

Nel 2011 il 25% dei prodotti acquistati era in promozione e la tendenza è in crescita, ma sembra chiaro che così non si possa più andare avanti: Con l’affievolirsi della crisi dovrà necessariamente ridimensionarsi il ricorso alle promozioni.

E allora la risorsa siamo noi. Senza accorgercene, o forse sì, siamo cambiati: consumatori un tempo distratti, ora attentissimi a cosa e quanto compriamo; in passato fedeli alla marca preferita, oggi poligami senza rimorsi; prima abitudinari (sempre il negozio sotto casa, per comodità), oggi maratoneti per andare “lì dove ci porta il risparmio”.

(Occhio però a non fare come quella casalinga che ha telefonato tempo fa in radio che, fanatica della promozione,  passava tutto il giorno in macchina per correre dietro allo sconto ed alla promozione, sprecando il risparmio con maggiori consumi di benzina…)

È con un “nuovo” cliente, smaliziato e razionale, che la Gdo deve fare i conti: “Il Barometro Coop è lo strumento con cui dal 2008 monitoriamo i comportamenti del consumatore e ormai le tendenze sono chiare: acquisiti i comportamenti di ‘resistenza’ alla crisi, sono prevalsi quelli di ‘resilienza’ (il consumatore è diventato flessibile, sceglie sulla base dell’esperienza ed è attento alla comunicazione delle promozioni) e di ‘shopping experience’ (dopo l’acquisto funzionale, sempre più spesso a marchio del distributore o in promozione, cerca l’acquisto gratificante, un vino Doc, un prodotto gastronomico di alta qualità)”.

La strada per soddisfare le nuove esigenze è quella di un low cost di alta qualità: “In Coop lavoriamo perché sia rispettato il giusto rapporto qualità-prezzo e ragioniamo in termini di de-marketing, l’opposto delle strategie aggressive che oggi non pagano più.

Due esempi per capirci: il de-packaging, per ridurre gli imballaggi, e la pubblicità sull’acqua minerale che promuove il consumo dell’acqua del territorio e in caraffa. I consumatori sono molto sensibili a questi temi”.

Selettivo e concreto è anche il consumatore descritto da Conad, che ci dà qualche dato sul nuovo carrello della spesa: sono aumentate le vendite dei prodotti base come farina, uova e zucchero perché da un paio d’anni si è tornati a fare pane e pasta in casa, si vende più tonno in scatola per evitare il salasso di quello fresco, la carne bianca, che ha già sostituito la rossa su molte tavole italiane, sta per essere soppiantata dalle uova.

“Quello delle proteine è un tema significativo dopo il passaggio dal vitello al pollo, che costa la metà, siamo alla terza ‘via’, le uova. Il consumatore spende 1,50 euro per 4 uova biologiche di prima qualità e la carne diventa davvero l’eccezione”.

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