in sintesi un articolo che leggo su Altroconsumo
Alcuni siti offrono sconti per chi acquista biglietti aerei con la carta virtuale Visa Entropay.
È una carta prepagata emessa da una banca di Malta per un istituto con sede a Londra. Costi e procedure poco trasparenti per attivarla la rendono poco conveniente.
Visa Entropay è una carta virtuale Visa abbinata a un conto di pagamento. È una carta Visa debit e per averla occorre prima aprire un conto online.
Per usrla bisogna ovviamente caricare il conto di euro trasferendoli o con una propria carta di credito o di debito (pagando una commissione pari al 4,95% del denaro trasferito) oppure con un bonifico dal proprio conto corrente (costo 3,95% del denaro trasferito).
Dunque se devo pagare un biglietto che costa 100 euro e pago con Entropay devo prima caricare la carta pagando 4,95 euro se uso una carta o 3,95 euro se lo faccio via bonifico.
Commissioni tutt’altro che trascurabili che spesso da sole vanificano il risparmio sulle commissioni aggiuntive nell’acquisto dei biglietti.
Inoltre, il conto Entropay è gestito da Ixaris un istituto di pagamento con sede a Londra e le carte sono emesse da Bank of Valletta (Malta).
Sul sito in cui si richiede la carta virtuale e si accetta il contratto; i termini e le condizioni di contratto sono disponibili on line solo in lingua inglese e questo non è certo un buon biglietto da visita.
L’utente ha sicuramente più difficoltà a leggere le condizioni contrattuali. Manca peraltro il foglietto informativo.
Si tratta di un contratto concluso a distanza dunque è diritto del consumatore, dopo la conclusione, recedere entro 14 giorni senza spese: questo però non è evidenziato da nessuna parte nel modulo di richiesta.
E se ci sono dei soldi su e voglio un rimborso?
Se hai caricato la Visa Entropay con la tua carta personale, il rimborso dei soldi è soggetta a una commissione di 4 euro. Ma per farlo bisogna rispettare le seguenti condizioni: deve essere fatto verso la stessa carta usata per la ricarica e vale solo per gli importi caricati negli ultimi 12 mesi.
Insomma: costi e procedura poco trasparente ci fanno sconsigliare questo strumento. Una mancanza di trasparenza che abbiamo segnalato anche a Banca d’Italia.