un articolo che leggo su Altroconsumo
Sperando di capitalizzare l’attenzione che il grande pubblico dedica al tema delle intercettazioni telefoniche, un’azienda svizzera ha lanciato il Blackphone, uno smartphone che incita a “riprendere il controllo della propria privacy”.
Tutto punta a dare l’impressione della segretezza, a partire dal nome del sistema operativo, Private OS (una derivazione di Android priva di accesso al Play Store) e dalle app per la comunicazione crittografata: Silent Phone, Silent Text, Silent Contacts.
Il reale funzionamento del telefono però ci fa sorgere più di una perplessità.
Per esempio, le telefonate tra un Blackphone e un telefono normale restano intercettabili e nella mail non vengono impostati per default i classici protocolli di protezione come SSL.
Va detto, inoltre, che le “Silent app” possono anche essere installate su un normale smartphone Android.
Sicurezza a parte, la qualità del telefono è tutt’altro che esaltante, in particolare risultano deludenti la prestazione della batteria e la qualità della fotocamera e questo ci porta al nostro giudizio complessivo: per gli utenti comuni è un apparecchio privo di interesse.
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