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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Ambiente, Kyoto e l’Italia

Le minchiate continuano: “L’Italia ha richiesto che i costi della riduzione delle emissioni di anidride carbonica vengano sostenuti in modo eguale da ciascun cittadino europeo. Altrimenti, i costi stessi sarebbero piu’ pesanti per i Paesi manifatturieri”.

Che non si pensi che mi piaccia tirare fuori soldi, che di certo non ho in abbondanza, tuttavia CHI deve pagare per le emissioni inquinanti e la loro riduzione? CHI le fa, non tutti quanti. Sarebbe come chiedere di pagare il bollo auto ai ciclisti. Poi si sa che il costo di produzione viene scaricato sugli acquirenti, nessuno lavora per la gloria.

Che poi…il Protocollo di Kyoto, di cui ho parlato in abbondanza in altri interventi, non è stato fatto ieri. Il tempo per agire, per fare, lo abbiamo avuto.

Ma abbiamo anche avuto Ministri dell’Ambiente con posizioni troppo rigide e per contro, oggi abbiamo l’esatto contrario.

Ci vuole equilibrio, su un fronte e sull’altro. Il muro contro muro, le deroghe, non servono a nessuno. Se c’è un problema, tiriamoci su le maniche, tutti quanti, e che ognuno faccia la sua parte.

E la Prestigiacomo… mi piaceva una volta, si impegnava per le donne, collaborando con donne di sinistra, sembrava tosta; ma se fai il Ministro dell’Ambiente non puoi chinarti alle necessità degli industriali, colpevoli di aver ignorato sino all’ultimo giorno, i loro obblighi.

Considerando poi che ci sono industrie che hanno assolto pienamente ai loro obblighi in merito alle emissioni ed all’impatto ambientale del loro ciclo produttivo, vuol dire che la cosa è fattibile.

Piuttosto facciamo “nomi e cognomi” dei cattivi, invece di fare di tutta un’erba un fascio. Se ritrovo l’articolo letto nei giorni scorsi, domani li faccio i nomi.

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Questa voce è stata pubblicata il 21 ottobre 2008 da in Ambiente & Ecologia, Pensieri, parole, idee ed opinioni con tag , , , .