Ieri abbiamo dato una botta agli appassionati che trascurano le gomme.
Oggi andiamo a toccare i cerchi, dove i rischi sono perlomeno uguali ma molto più nascosti. Gli appassionati vedono un bel cerchio (magari se ne innamorano perché somiglia o è la copia più o meno perfetta di uno montato su una vettura di moda) e lo comprano, non sapendo che potrà rompersi in qualsiasi momento perché non è certificato.
Questa sembrerebbe più di una semplice eventualità: da anni, nell’indifferenza generale, il boss della Oz, Claudio Bernoni, denuncia un aumento di questi casi e li mette in relazione col fatto che oltre il 70% del mercato è in mano a produttori asiatici che badano più a garantire margini ai rivenditori (che poi quindi sono spinti a rifilare bidoni ai clienti) che alla qualità dei propri prodotti.
Lettura integrale dell’articolo qui: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2009/03/il-cerchio-%C3%A8-giusto-ma-%C3%A8-una-bomba-ad-orologeria.html