Sciacalli in “giacca e cravatta” (i peggiori)

Pubblico una lettera inviatami dall’amico Francesco; non trovo realmente le parole per commentare l’episodio che  racconta. Pao

Scusatemi tutti, se ora mi permetto di dare sfogo all’amarezza, immensa, che si è impossessata di me in questi minuti. Amarezza e immensa immensa rabbia. Si parla giustamente di animi buoni: giustamente, perché lo stiamo vedendo tutti lo spirito di solidarietà del nostro Paese; lo stiamo vedendo ora come in altre occasioni.

Purtroppo a questi tanti animi buoni si affiancano tanti sciacalli, evidentemente anche nel mondo dell’automobile. E lo sciacallaggio, anche solo morale, può assumere svariate forme e contorni.

Sono appena tornato dal bar, collocato nell’elegante quartiere Belsìto di Roma, dove vado nella pausa pranzo. Qui vengono sempre a mangiare due signori che gestiscono l’autonoleggio, di una nota azienda del settore, all’interno dell’esclusivo Cavalieri Hilton di Monte Mario.

Questi due signori, che nei giorni passati ho sentito spesso lamentarsi per il calo degli affari, oggi erano assai gongolanti e uno di loro, rivolto a un altro avventore del bar, ha testualmente detto: “ce ne fossero, di terremoti così! In questi giorni abbiamo fuori ben 50 autovetture, tra Protezione Civile e altri che ce ne chiedono per andare laggiù…”.

Io, questo, lo chiamo sciacallaggio. Scusatemi lo sfogo.

Francesco