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I giovanissimi e l’alcol

Del rapporto tra alcol e giovani, se ne parlava proprio l’altra sera con la mia “fonte” nel mondo dei giovani e mi raccontava che sabato notte ha avuto una serie di peripezie a causa di un’amica 17enne che dopo 1 ora in discoteca aveva bevuto così tanto da non reggersi in piedi; successivamente è svenuta in bagno ed alla fine sono riusciti ad organizzarsi per farla rientrare a casa.

In pratica mi dice che il 60% dei suoi amici beve abitualmente oltre i limiti e molti di loro, poi, guidano in queste condizioni.

Finora solo ad uno, proprio nei giorni scorsi è stata ritirata la patente, causa la scarsità di controlli sulle strade. Tralascio gli aneddoti piuttosto vomitevoli che mi raccontava a sostegno delle sue parole, ma il problema resta.

Non ho più 20 anni, ma li ho avuti ed anch’io ai tempi qualche sbronza l’ho presa, con la differenza che erano episodi saltuari, mai programmati, e non è mai stato necessario andare oltre le righe per divertirsi.

Avevamo meno e ci divertivamo di più. Ma non è questo il punto, niente prediche o paternali. Resta il fatto che ora la sbronza oltre che pianificata, è sdoganata come uno dei tanti comportamenti.

Fumare una sigaretta oppure scolarsi una bottiglia di vodka, è normale. Ubriacarsi per molti ragazzi/e è normalità.

E poi nonostante la fase di ribellione e di invincibilità tipica di adolescenti e giovani (ci siamo passati tutti), non riesco realmente a capire come si faccia ad ignorare totalmente il fatto che il troppo alcol faccia male  nell’immediato, ma che crei danni a lungo termine oltre che, dipendenza, ovvero alcolismo.

Se c’è una cosa che non è preclusa ai giovani oggigiorno è proprio la possibilità di essere informati. Ed allora perchè sballarsi a tutti i costi?

* * *

Consumi giornalieri non moderati, «binge drinking» (più di sei bevande alcoliche in un’unica occasione), bevute fuori pasto. Sono quasi otto milioni e mezzo gli italiani a rischio alcol, che bevono più di tre unità alcoliche al giorno (per gli uomini) e più di due (per le donne), secondo il rapporto Istat 2008 su Uso e abuso di Alcol in Italia.

Ed è allarme giovani: oltre il 17% degli under 15 ha consumato almeno una bevanda alcolica nel 2008, in particolare il 19,7% dei maschi e il 15,3 delle femmine, mentre già a partire dai 18-19enni i valori di consumo sono prossimi alla media della popolazione, cioè il 74,7% dei maschi e il 58% delle donne.

Per valutare in generale il grado di rischio connesso all’assunzione di bevande alcoliche, oltre a prendere in considerazione il consumo giornaliero non moderato di vino, birra o altri alcolici, si deve tener conto anche degli episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni (binge drinking), che comportano comunque un assunzione di quantità eccessive di alcol.

Nel 2008 gli italiani con almeno un comportamento a rischio (consumo giornaliero non moderato o binge drinking) sono 8 milioni e 449 mila, di cui 6 milioni e 531 mila maschi (25,5%), mentre le femmine sono 1 milione 910 mila persone (7%).

I giovani di 18-24 anni rappresentano il segmento di popolazione, dopo gli anziani, in cui la diffusione di comportamenti a rischio è più alta. In particolare il modello di consumo dei giovani vede un elevato peso del binge drinking (22,1% dei maschi e 6,5% delle femmine), che rappresenta la quasi totalità del rischio complessivo. L’OMS raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni

Per questo motivo, per i minori di 11-15 anni viene considerato come comportamento a rischio già il consumo di una sola bevanda alcolica durante l’anno.

In quest’ottica, le quote di popolazione a rischio sono molto rilevanti e con differenze di genere meno evidenti che nel resto della popolazione: 19,7% dei maschi e 15,3% delle femmine. Anche tra i ragazzi di 16-17 anni il quadro della diffusione di comportamenti di consumo a rischio è piuttosto critico: 14,9% dei ragazzi e 6,8% delle ragazze ne dichiara almeno uno.

Inoltre, già a questa età il binge drinking raggiunge livelli prossimi a quelli medi della popolazione: rispettivamente 10,6% per i maschi e 3,9% per le ragazze. L’abitudine al consumo non moderato di bevande alcoliche da parte dei genitori, inoltre, sembra influenzare il comportamento dei figli.

Infatti, è potenzialmente a rischio il 22,7% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore adotta comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche. Tale quota, invece, scende al 15% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o che comunque bevono in maniera moderata.

Fonte: http://www.corriere.it

Un commento su “I giovanissimi e l’alcol

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Questa voce è stata pubblicata il 23 aprile 2009 da in Il mondo dell'automobile (e non solo), Persone & Società, Salute & Benessere con tag , .