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Il prete pizzicato dall’etilometro

Nota di Pao: Concordo totalmente con le osservazioni riportate da Caprino nell’articolo che riporto integralmente. Circa l’occhio di riguardo per il prete, da notare che secondo uno dei TG, i carabinieri stessi avrebbero suggerito al religioso di fare ricorso per riavere la patente. Secondo un altro TG uno dei legali del prete avrebbe detto che ci sono ottimi presupposti, basandosi su precedenti sentenze dei Giudici di Pace in merito a gente che si era solo sciaquata la bocca con dei colluttori alcolici. A prescindere che da prove eseguite più volte è risultato che il colluttorio da un risultato “falso positivo” e che è sufficiente ripetere l’esame dopo 15 minuti per ottenere il giusto risultato, le affermazioni di cui sopra la dicono lunga sui danni che fanno molti Giudici di Pace con sentenze che fanno testo.

Ne avevo parlato già lo scorso anno, sul mio vecchio Blog – Vedi: http://pao-k.blog.excite.it/permalink/506560

Per comodità del lettore, copio qui solo la parte concernente l’argomento “colluttorio”:

Per quanto riguarda il test di Striscia con il colluttorio (ovviamente alcolico, ma ci sono anche senza alcol se è per questo) ritengo che qualsiasi test fatto con una certa malizia possa portare ad un risultato comodo per fare sensazione.

Perchè in realtà le cose potrebbero non stare proprio così, almeno secondo le prove effettuate da un mensile di settore; in effetti fra coloro che hanno eseguito la prova del palloncino dopo aver fatto gli sciacqui con il collutorio Listerine e Tantum Verde vede l’alcolemia che nel primo caso si assesta a 0,37 gr/l che divengono 0,17gr/l nel secondo caso.

Ma c’è un ma, dopo un quarto d’ora dall’utilizzo di queste sostanze con l’etilometro ufficiale i livelli di alcol sono allo zero, infatti, il colluttorio  ha una quantità di alcol così ridotta da non determinare alcunché, stessa cosa si presenta dopo mezz’ora dall’assunzione, nessuna traccia nel sangue.

All’apparenza i colluttori che hanno una modesta quantità di alcol potrebbero far pensare all’eventualità di una positività all’etilometro, ma ciò non accade in quanto i colluttori non vanno bevuti ma usati per sciacqui orali e dunque l’alcol non viene assorbito, tant’è che, al massimo, un minimo di positività può determinarsi immediatamente dopo l’utilizzo e per una piccola manciata di minuti, passati i quali tutto torma alla normalità.

Questo è ciò che dichiara il dottore Fabrizio Colombo di Milano interpellato dalla rivista di cui sopra..

°°°

In queste ore i tg stanno dando la notizia del parroco del Milanese beccato dai Carabinieri a un casello dell’A4 con un tasso alcolemico di 0,8 grammi/litro. Il religioso avrebbe spiegato che lui non beve e che il risultato dell’etilometro sarebbe dovuto al fatto di aver celebrato quattro messe in rapida successione, con relativo sorseggiamento di vino previsto dalla liturgia. Come fanno capire i miei colleghi, presenterà ricorso e ci sono avvocati specializzati nel difendere religiosi che finiscono in rotta di collisione col Codice della strada a causa dell’alcol. Tutto ciò mi lascia perplesso, per una serie di ragioni.

– Innanzitutto, quello che i miei colleghi giudicano tasso alcolemico di poco superiore al limite non è poi così basso: è al limite di applicazione del secondo dei tre scaglioni di sanzione e corrisponde al limite che è stato in vigore in Italia dall’88 al 2002, ora universalmente considerato troppo alto in tutti i Paesi (i pochi che lo hanno ancora a quel livello lo stanno abbassando anche loro).

– Poi non si capisce quale differenza passi tra un prete che ha finito di dire messa e un padre di famiglia che ha finito di pasteggiare a vino: a parità di tasso alcolemico, si presume siano pari i rischi creati per sé e per gli altri (salvo fare approfondite indagini sugli effetti dell’alcol su ciascun guidatore – comunque non previste dal Codice della strada – a prescindere dal suo status).

– Sarebbero da verificare gli orari delle messe e ciò che davvero il prete ha mangiato e bevuto: non mi sembra facile che quattro sorsi presi a digiuno (quindi assorbiti in fretta e però smaltibili altrettanto rapidamente) abbiano portato a un tasso di 0,8. Ma su questo occorre davvero avere un quadro preciso dei fatti, che dalle cronache sinora non è emerso.

– Prendiamo atto che il religioso non ha bevuto per questioni di piacere personale, ma il Codice della strada non fa distinzioni (non è previsto giuridicamente e, nel caso specifici, nemmeno dal buonsenso, visto che le potenziali conseguenze del comportamento illecito sono le stesse) e soprattutto nno mi pare si possa invocare lo stato di necessità: è vero che in particolari circostanze chi infrange il Codice della strada e viene punito può legittimamente farsi annullare la sanzione invocando questo stato (è ciò che ci consente, per esempio, di far archiviare una multa che prendiamo mentre trasportiamo un ferito all’ospedale). Ma, a mio parere, non si tratta di vedere quanto necessario sia per un prete bere durante una messa che sta celebrando (certo che lo è), ma se davvero fosse indispensabile che il sacerdote stesso si mettesse al volante dopo la celebrazione.

Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/

Un commento su “Il prete pizzicato dall’etilometro

  1. Giuseppe
    30 giugno 2009
    Avatar di Giuseppe

    ah ah e quanto vino s’è scolato per le messe?!!
    ho scritto un articoletto sfizioso sull’argomento…guarda n’pò
    http://fratellisberleffi.blogspot.com/2009/06/anche-i-preti-piangonoe-bevono.html

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