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Networking planet

“Fare network” permette di coordinare tra loro parti, capacità e potenzialità diverse verso un ordine più complesso di realtà. E’ un processo presente in natura da attivare a livello personale, di gruppo e, ora, anche planetario.

Quando componenti diverse interagiscono in modo coordinato verso un unico obiettivo, si creano i presupposti per un’evoluzione verso una maggior efficacia. Diverse cellule, insieme, creano un organo, che, in connessione con altri organi, diventa parte di un corpo, che, a sua volta, diventa base per lo sviluppo di una psiche – se vediamo le cose da un punto vista scientifico – o si struttura coerentemente con una psiche, se preferiamo un punto di vista religioso-spirituale.

La sfida in atto per l’umanità, sin dalla nascita dell’autocoscienza e della filosofia – l’arte di porsi domande su di sé e sull’esistenza – è proprio l’integrazione dei molteplici elementi della psiche umana in una unità coerente, consapevole  e responsabile. Contrariamente a diffusi luoghi comuni, noi non siamo fatti tutti d’un pezzo e albergano in noi tratti di carattere molteplici e anche contrapposti: «Mi contraddico, sono immenso, contengo moltitudini», recita il poeta Walt Withman.

Diventare il proprio direttore d’orchestra, suggerisce la Psicosintesi, focalizzarsi sull’Adulto, invita l’Analisi Transazionale, trovare il centro di gravità permanente canta Battiato citando Gurdjeff, centrarsi è quindi la capacità di creare un network collaborativo all’interno di sé ed è la tappa evolutiva su cui lavora la psicologia contemporanea, in particolare la psicologia umanistica, che vede nell’autorealizzazione personale il raggiungimento di un “networking self”.

La stessa sfida è anche in atto su scala più grande nell’ambito dei gruppi, in cui è proprio la capacità di riconoscere, rispettare e valorizzare la peculiarità e la diversità di ogni singola componente di un gruppo che permette di fare il salto di qualità, di diventare una squadra d’azione, un team, come oggi si usa dire in azienda.

Il principio in atto è sempre lo stesso: l’insieme è più della somma delle parti. E le organizzazioni che stanno applicando modalità di gestione interna basata sulla valorizzazione e il coinvolgimento delle persone – “persone”, non più risorse umane – ben sanno quali e quanti benefici si ottengono da un “networking group”.

Ma c’è anche un altra sfida in atto, ancor più ampio. Dopo sviluppo di una intelligenza del corpo, cognitiva, emotiva e poi sociale, è arrivato il momento di sviluppare una intelligenza ecologica: la consapevolezza della propria identità terreste. Questo vuol dire sviluppare la capacità di riconoscersi tutti parte di questa realtà più ampia delle singole identità nazionali e di “mettersi in rete” con l’intero pianeta. E non è quello che sta succedendo, grazie a tecnologie impensabili sino a solo una ventina di anni fa?

Internet è lo strumento materiale che, quando opportunamente usato, sta rendendo possibile la connessione e l’interconnessione tra intelligenze  e sensibilità di tutto il mondo e la diffusione  in tempo reale di informazioni e dati che riguardano tutto il pianeta e non solo la sua popolazione umana. Dal villaggio globale di McLuhan, stiamo procedendo molto rapidamente verso un pianeta globale in cui cominciamo a renderci conto di come e quanto i nostri comportamenti stanno influenzando gli equilibri terrestri, dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

Intelligenza ecologica, secondo Daniel Goleman è proprio la “capacità di cogliere le molteplici connessioni che ci legano al nostro ambiente e quindi la consapevolezza del margine di potere che abbiamo individualmente e collettivamente di agire  per cambiare le cose”. Il consumo consapevole è la prima tappa di una “intelligenza ecologica in azione” indicata dallo psicologo statunitense, è il primo atto concreto che ogni singolo individuo può fare a partire da subito. Ma il processo può andare molto oltre, come afferma l’ecopsicologia, e “intelligenza ecologica” può diventare facoltà da sviluppare per ritrovare quel senso di connessione con la Terra, una volta innata, ma persa vieppiù nell’era moderna.
“Networking planet” è il livello di identità più ampio verso cui occorre rapidamente procedere. Le emergenze sociali, economiche, politiche ed ambientali verranno sempre di più affrontate grazie alla collaborazione di realtà, professionalità diverse che – insieme – cercheranno soluzioni adatte alla contingenza. La bandiera terrestre è l’unica che può riunire, senza eccezioni, tutta l’umanità e tutte le creature che insieme all’umanità vivono sulla stessa “astronave”.

Imparare a “fare network” dovrà essere la parola d’ordine dei prossimi vent’anni, per accelerare lo sviluppo di questa nostra più ampia identità terreste e trasformare le crisi presenti e future in opportunità di evoluzione e trasformazione.

Marcella Danon – http://www.lifegate.it

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Questa voce è stata pubblicata il 13 luglio 2009 da in Pensieri, parole, idee ed opinioni, Tecnologia, Scienza, Web & C. con tag , , , .