Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/
Periti e carrozzieri gridano allo scandalo contro i poteri forti che controllano la stampa, per denunciare l’oscuramento della notizia che in una sentenza (Scarica SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE azione diretta resta possibile) la Consulta ha di fatto bocciato il risarcimento diretto, introdotto nella Rc auto due anni e mezzo fa. Francamente non so se ci sia stato oscuramento volontario: l’impreparazione e la produzione forzata di pagine bastano già per rendere in buona parte ciechi i giornalisti, quindi spesso non serve nemmeno più tenerne a bada l’onestà professionale e la voglia di informare la gente.
Personalmente, la notizia l’ho bucata anch’io e non certo perché qualcuno mi ha imposto di evitarla: semplicemente, non me ne sono accorto perché anch’io devo badare alle pagine locali che mi danno lo stipendio e tutto il resto è optional, quindi non posso presidiarlo come dovrei. Non cerco alibi, ma la verità è che dovrei prendere atto che non riesco a lavorare bene e abbandonarvi (l’auto non mi dà lo stipendio). Non lo faccio perché comunque in un contesto di informazione sull’auto “migliorabile” (lo stesso aggettivo che si usa sulle riviste automobilistiche per segnalare al lettore un difetto di una vettura senza irritarne il costruttore e perderne la benevolenza pubblicitaria) credo di avere ancora qualcosa da dire.
La sentenza, dunque. I giudici della Consulta hanno sostanzialmente stabilito che essere risarciti solo dalla propria assicurazione (come prevede il sistema del risarcimento diretto) è incostituzionale perché limita i diritti del danneggiato, per il quale deve restare comunque possibile far causa al responsabile del sinistro e alla compagnia con cui è assicurato. Un terremoto (e gli stessi giudici scrivono nella sentenza che se ne rendono conto), le cui conseguenze sono ancora al vaglio di Isvap, ministero dello Sviluppo economico e compagni.