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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Una giornata indimenticabile

Partiamo dall’inizio ovvero da quando il Pupo (ora Pupo Alpinista) ha visto la foto di Silvia nel suo Profilo Blog  gli è nato il desiderio di provare ad arrampicare, subito messo nero su bianco nei commenti al Profilo. Detto, fatto o, perlomeno, quasi.

Sono passati alcuni mesi da quel momento, ma poche settimane orsono il ragazzo è tornato alla carica; avevo il cellulare in mano e subito ho inviato un sms a Silvia con la quale poi ho parlato successivamente al fine di spiegare il tutto. Ed eccoci arrivati a definire il giorno, il posto, il cosa, si sarebbe fatto.

17 luglio, il giorno dopo io e Ro-K avremmo dovuto alzarci alle 6 per portare il Pupo sul luogo dell’incontro, a Lecco. A prescindere da una velata timidezza del Pupo nell’incontrare due persone sconosciute, con qualche anno più di lui,  abbiamo ritenuto più saggio accompagnarlo, pensando in realtà al rientro, visto che avrebbe potuto essere in condizioni fisiche inadatte alla guida in sicurezza dell’auto.

Ma il 16 luglio ecco scatenarsi sul Nord un’ondata di maltempo, violento, distruttivo, purtroppo mortale in certe zone e che si è accanito anche proprio nella zona di Lecco e della Valsassina. Smorfia sul viso del Pupo, ma alle 20 arriva l’sms di Silvia: Tutto confermato. Ci vediamo domani…

Ok, siamo a posto. Tra l’altro la nostra zona è stata risparmiata dal maltempo che, infatti, arriva nella notte. Tuoni & fulmini, acqua a catinelle, vento molto forte.

Di fatto, dormo 3 ore, impegnato come sono a chiudere porte e finestre, a verificare che non entri acqua da  qualche parte ed a pregare  che non arrivi la grandine, a disintegrarmi la Toyota (la Kmobile è al sicuro nel box). Le preghiere sono state esaudite, ma la grandine era già scesa nel pomeriggio distruggendo l’auto (aziendale) di Silvia.

Ore 5.30, in anticipo sulla sveglia mi alzo e vedo un cielo apocalittico, lame di sole in risveglio sullo sfondo che squarciano nubi nere e tempestose che si spostano veloci nel cielo spinte da un vento esagerato. Vabbè. Rapida colazione, iniziano le procedure per svegliare la dormigliona ed una rapida occhiata fuori dalla porta. La luce della cucina del Pupo è accesa e dopo pochi istanti lui arriva con zaino e borsa.

Alle 6.20 finalmente in auto, abbiamo dovuto mettergli una doppia cintura di sicurezza per contenere il suo giovanile entusiasmo 😀 e senza intoppi, nonostanti i pompieri in azione sulle strade che toglievano alberi abbattuti dal vento, arriviamo sul luogo dell’appuntamento in perfetto orario, anzi in anticipo di 6 minuti.

Silvia ed il compagno di cordata Angelo, sbucano sorridenti dall’auto in attesa. Presentazioni e prime parole, poi si parte per andare a prendere un caffè. Dopo un giro turistico di Lecco, arriviamo al bar e gustiamo un buon caffè e delle brioche di pasticceria, NON surgelate. 😉 Bbona. E chi deve capire, capisca.

P.S. Il Giro turistico di Lecco non era compreso nel pacchetto, ma è stato gentilmente offerto dal buon Angelo che si era perso. 😉

Di Silvia non dovrei parlare perchè essendo un’amica potrei sembrare di parte, ma resta il fatto che scatta una simpatia fra tutti quanti; Angelo è un 56enne che dimostra almeno 10 anni di meno a prima vista e poi sul campo questa valutazione scenderà a 10+10 di meno.

Da subito si dimostra stupito della mia reale età anagrafica, rispetto a quella che dimostro a prima vista, togliendomi 15 anni, ma sul campo si materializzerà subito che il Blog mi tiene allenate solo le dita che picchiano sulla tastiera ed il fisico o, perlomeno il fiato, è allineato alla mia età con un malus aggiuntivo. Avrò anche il cervello di un 28enne, abbinato all’aspetto di un 35enne, ma alla fine  sono un rottame. 😦

Il programma è presto detto. Causa le condizioni meteo è stato modificato, per sicurezza. Si tratterà di mezz’ora di camminata per l’avvicinamento, poi una parete di 300 metri (denominata Via Chiappa – visibile nella foto qui sotto) ed il successivo rientro.

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Davanti al caffè uno dei due ha l’idea di dire “ma forse fino alla parete potete venire anche voi”. Uno sguardo di Angelo sotto il tavolo, guarda le mie sneakers CarShoe e storce il naso, guarda le scarpe di Ro e scuote la testa. Lui può farcela, ma lei no. Al che Ro-K dimostra di essere una iena dicendo: ma io mi sono portata dietro lo scarponcino (scarpetta da trekking leggero). Allora siamo a posto.

Nota del marito: Non poteva dirmi che portava lo scarponcino, che io mi portavo il mio? Uno potrebbe dire che potevo portarlo a prescindere. Vero,  in genere sono superorganizzato, ma questa volta se ne era parlato prima e si era deciso di andare a Barzio a passare il tempo e poi tornare a recuperarli, per cui…

Il percorso di avvicinemento era stimato in 30 minuti. Ma non secondo l’orario ufficiale, ma su quello delle gambette di Silvia che con una velocità degna di un’auto da F1 abbinata alla potenza di un Hummer, 😀 procedeva, affiancata dal Pupo, ad una velocità quadrupla rispetto alla mia.  😦

Vabbè, faticosamente siamo arrivati nei pressi dell’attacco, ma aveva iniziato a piovere ed a quel punto ci hanno consigliato di tornare indietro, perchè in ogni caso non eravamo attrezzati per scendere in sicurezza. Tutta fatica per niente. Sgnort.

Una piccola nota sull’abbigliamento: Ho citato la marca delle mie scarpe non per pubblicità occulta, ma per far capire a chi conosce la scarpa che vero è che ho i gommini sulla suola, ma che non sono destinati a far presa su sassi resi scivolosi dalla pioggia, ma sui semplici pedali dell’auto e la suola è sottile, nata per accarezzare acceleratore e freno e non le punte aguzze dei sassi che mi hanno fatto un massaggio shiatshu alla pianta dei piedi.

Nota 2 sull’abbigliamento: Il Pupo aveva il necessario per fare il suo test, debitamente consigliato da Silvia, ma all’appuntamento si è presentato con un paio di bermuda bianchi con ricami floreali e polo, strappando d’istinto un ironico commento ad Angelo tipo “ma che bei pantaloni bianchi”. In realtà stava pensando: “ecco il fighettino milanese che vuole arrampicare in bermuda bianchi”. In realtà il Pupo abita in provincia, per cui il termine milanese non è esatto; tutto il resto si. 😀

Dalle 9.30 alle 12.00 il tempo in un modo o nell’altro è trascorso. L’incontro era previsto per le 13.30 al parcheggio da cui era partita la “spedizione Chiappa”, ma alle 12.15 li abbiamo visti arrivare, pensando subito che c’era stato qualche problema. Invece sia Silvia sia Angelo, erano entusiasti della riuscita dell’arrampicata, in quanto il Pupo, nonostante fosse la prima volta ed abbia usato scarpe non sue, strettissime, era riuscito a fare tutto quello che doveva fare, era il terzo, quindi chiudeva la cordata ed aveva anche il compito di recuperare l’attrezzatura mano a mano che si saliva.

Determinazione ed entusiamo le sue principali caratteristiche, unite ad una forma fisica tipica di un 20enne, per cui entusiamo alle stelle per il neoalpinista (vabbè, fatemi esagerare) determinato da subito a fare il corso del CAI per non sprecare questa suo piccolo successo iniziale.

Angelo e Silvia si sono dimostrati disponibili per aiutarlo a scegliere l’attrezzatura di base, comprando bene e spendendo il giusto, ed ha poi ricevuto altri consigli, per cui da questo punto di vista ci saranno altri resoconti in futuro.

P.S. Angelo ha all’attivo 3600 vie delle quali 425 in coppia con Silvia. 🙂

La giornata si è conclusa con la gambe sotto ad un tavolo, alla Trattoria Taverna dei Poggi, a Lecco, dove abbiamo mangiato bene a prezzi contenuti. Consigliata. > Taverna ai Poggi – Via ai Poggi, 14 – Tel 0341 49 71 26 – Lecco

Una piccola nota personale, che include anche il pensiero di Ro, che ultimamente ha qualche problema di approccio con il prossimo; sebbene sia una persona dolce e simpatica, non sopporta più una serie di atteggiamenti che sono sempre più diffusi e che ora salterò a piè pari, che non è questo il momento ed il luogo, tuttavia per ragioni diverse e complementari, si è trovata subito benissimo con Silvia ed Angelo, e so per certo che sarà contenta di rivedere l’una o l’altro alla prima occasione. I caratteri sono differenti, ovvio, ma trovare ogni tanto persone con valori simili ai tuoi, con concetti da difendere ed altri da diffondere. Ci si sente meno soli in un mondo nel quale spesso si sta stretti e che, per come impostato, fa sentire te un diverso.

°°°°

Segue il racconto del Pupo…

Che dire…la giornata è stata già descritta in modo perfetto da Paolo, io mi soffermerò sull’arrampicata, dal momento in cui ci siamo divisi dagli zii per raggiungere l’inizio della via a quando abbiamo fatto ritorno alla macchina.

Dopo circa una mezz’oretta di cammino siamo giunti all’attacco della via, alzo gli occhi e vedo una parete praticamente verticale con addirittura un piccolo tratto di strapiombo e subito dentro di me cominciano a giungere nella mente dei dubbi sulla riuscita dell’impresa, ma l’euforia e l’adrenalina sono a mille e non c’è tempo per avere dei ripensamenti, che mi trovavo gia tutta l’attrezzatura davanti al naso.

Aiutato da Angelo e da Silvia indosso tutto il necessario per affrontare la salita: imbragatura, impermeabile (che poi si è rivelato inutile), casco, moschettoni vari e compreso un paio di scarpe che a me stavano a dir poco piccole 😦  ed alla fine si sono rivelate la vera e propria difficoltà dell’arrampicata.

Preparato il tutto si parte, Angelo comincia ad affrontare la parete con un agilità e una velocità che mi lasciano a bocca aperta, infatti in un attimo arriva al primo “punto di sosta” (porca miseria, non ricordo il nome tecnico!  Spero che i miei compagni di arrampicata mi possano perdonare.); a questo punto Angelo da un segnale alla collega, recupera tutta la corda, dopo di che parte Silvia e anche lei era meglio di un gatto e dopo qualche metro di distanza parto anche io.

Via, ha inizio la mia avventura.

Essendo l’ultimo della cordata avevo anche il compito di recuperare i rinvii  che Angelo attaccava al chiodo presente nella montagna per poi consegnarglieli arrivato al “punto di sosta” successivo.

Per i primi 3 o 4 tiri (questo termine lo ricordo) tutto va secondo i piani senza nessun problema tranne una piccola perdita di aderenza sul piede d’appoggio che mi fa rischiare una piccola caduta, ma arrivati al quinto comincia ad arrivarmi un male pazzesco ai piedi, ma non sarà di certo questo a fermarmi, la voglia di arrivare in cima è troppa, continuo l’impresa senza pensarci utilizzando praticamente i talloni al posto delle punte fino ad arrivare a quel pezzettino di strapiombo di cui vi parlavo prima.

A quel punto la difficoltà aumenta e comincio ad avere qualche problema, non riesco a trovare la strada giusta per superarlo ma aiutato dalle indicazioni delle mie due guide lo supero, fino ad arrivare in cima alla via.

Arrivato in cima i miei piedi cominciano a far festa, posso finalmente togliere le scarpette e indossare le mie Converse e iniziare la discesa che, devo ammettere, si è rivelata anche lei una bella impresa infatti quasi la metà del sentiero l’ho dovuta fare aggrappato ad un cavo d’acciaio o a una catena per evitare di cadere nel burrone.

Arrivati al punto di partenza tolgo tutta l’attrezzature e la consegno ad Angelo che la mette nel suo zaino tranne un moschettone che mi viene restituito dicendomi “tienilo questo è tuo, come ricordo della tua prima scalata” e a quel punto resto senza parole, mi restano solo le parole per ringraziarlo.

(Nota di Pao: Un moschettone, poca cosa, ma un grande ricordo ed un bel gesto di Angelo che, secondo me, ha commosso il Pupo.)

Allora utilizzo il moschettone per attaccare il casco utilizzato per la discesa e a quel punto tra le risate della Silvia arriva la prima e unica “sgridata” della mattinata da parte appunto di Angelo che vedendo la maniera in cui avevo attaccato il casco allo zaino mi blocca, mi solleva di peso e mi attacca il casco in tutt’altra maniera dicendomi che lui odia vedere roba che penzola e che un buon scalatore si riconosce anche da come sistema la sua roba nello zaino e sull’imbragatura.

A questo punto tra le mie mille domande sull’attrezzatura utilizzata siamo arrivati alla macchina con largo anticipo rispetto all’ora, alla quale pensavamo di tornare e siamo andati a pranzare nella locanda citata prima da Paolo.

Devo ammettere che questa che ho appena raccontato è stato proprio un’avventura che non dimenticherò mai in tutta la mia vita, infatti tutte le volta che guarderò il moschettone che mi è stato regalato mi ricorderò di Silvia, di Angelo e della via Chiappa, e credo proprio che non sarà l’ultima via che affronterò.

Ho provato delle emozioni che non avevo mai provato prima, ho visto un panorama che non ho mai visto e per tutto questo devo ringraziare Silvia e Angelo (e ovviamente anche gli zii che mi hanno accompagnato) che con tanta pazienza hanno dedicato una giornata a me e grazie a loro sono riuscito a fare un’esperienza nuova che era da tanto tempo che volevo provare ad affrontare.

In poche parole ho trascorso una giornata

I N D I M E N T I C A B I L E ! ! !

GRAZIE MILLE VERAMENTE…

Il Pupo

°°°

Le foto scattate da Angelo sono tantissime. Pubblico pochi, ma significativi scatti.

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12 gennaio 2010 – E’ nato il Blog del Pupo Alpinista – Raccontando la (mia) montagna

11 commenti su “Una giornata indimenticabile

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  9. Pupo
    20 luglio 2009
    Avatar di Pupo

    Non finirò mai di ringraziarvi….GRAZIE GRAZIE GRAZIE DI TUTTO….

    Regina Del Biscotto…sono impaziente di vederti in azione!!! ^_^

  10. lorena
    20 luglio 2009
    Avatar di lorena

    a pupooooooo xchè non hai visto come mi arrampico io
    sono una professionista se nun ce credi chiedi allo zio ahahah

  11. angelo
    20 luglio 2009
    Avatar di angelo

    Che dire che già non sia stato detto? Che Andrea (il Pupo) ha dimostrato entusiasmo e grinta, due ingredienti fondamentali in questa attività (l’alpinismo). Davanti alla difficoltà ha sempre saputo vedere il lato positivo della cosa: “Sarà dura ma se ce la faccio poi sarò soddisfatto!”. E così è stato. Bravo Andrea! Avremo certamente altre occasioni …

I commenti sono chiusi.

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Questa voce è stata pubblicata il 19 luglio 2009 da in Gli Amici, Il mondo dello sport con tag , , , , , , , , , , , , , .