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La Renault punta sull’elettrico…

con una massiccia campagna pubblicitaria per auto che arriveranno sul mercato non prima di due anni. Ha deciso di farlo la Renault, prendendo tutti in contropiede con una serie di avvisi che reclamizzano la famiglia di auto elettriche in vendita non prima di fine 2011. Lo slogan è un’aperta sfida alla concorrenza: “Tutti possono costruire un’auto elettrica, ma chi saprò farlo davvero per tutti?”. La risposta alla retorica domanda è: ovviamente la Renault.

Il Direttore di Quattroruote sul suo Blog chiede ai lettori che cosa ne pensino ed ecco che il popolo dei negazionisti si scatena… riporto qui la mia opinione:

Se la scommessa della Renault sull’elettrico sia vincente o meno, di certo non si può sapere, perlomeno non ora. Certo considerando che le campagne pubblicitarie costano, è lecito supporre che la casa francese abbia fatto i suoi conti che, in ogni caso, potrebbero pure essere errati. 😉
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Sono io a spaventarmi, leggendo frasi del tipo “mi spaventa ciò che non riesco a immaginare“, perchè è grazie a ragionamenti di questo tipo che non si va da nessuna parte; giusto approfondire il più possibile prima di agire, beninteso, ma se l’uomo preistorico di fronte al fuoco avesse girato le spalle, correndo a gambe levate, dove saremmo?
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Il vero problema è che soluzioni in campo automoblistico ed ambientale, bisogna trovarle ed allora in questa società dominata dal “criticare” e dal “negare” (i problemi) ovvero gli atteggiamenti più comodi, ma meno utili, ecco che la Renault sceglie la terza via ovvero il “fare“.  Avrà ragione? Avrà torto? Vedremo, ma in ogni caso è necessario apprezzare questo comportamento, ricordandoci quando pochi anni fa molti deridessero l’investimento economico e tecnologico della Toyota sull’ibrido ed ora, tutti ad inseguire l’ibrido.
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Resta poi il problema di fondo ovvero che anche se tutti fingono di non saperlo, il petrolio sta finendo.  Vedi: https://paoblog.wordpress.com/2009/08/29/ops-il-petrolio-sta-finendo/ –  ed ecco che anche l’auto elettrica, senza che vi sia il modo di produrre elettricità, rischia di diventare l’ennesimo flop, forse l’ultimo. E senza l’intervento degli ecologisti integralisti, ci troveremo veramente nella caverne, perchè non avremo altre alternative.
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La miopia del singolo, poi, ben si abbina all’incapacità di chi è nella posizione di tracciare la rotta. Pensiamo per un attimo alle fonti rinnovabili, il sole per primo. Quanti tetti o terrazze abbiamo in Italia? Milioni ed allora  pensiamo che se si installassero piccoli impianti fotovoltaici da 300 W  su 1 milione di terrazzi avremmo creato in Italia un’enorme centrale da ben 300 MegaWatt: la potenza di una centrale termoelettrica. E le nuove tegole solari quanti tetti potrebbero coprire, fornendo poi energia da una parte ed impedendoci di consumare una fonte “non rinnovabile” come il petrolio? Vedi: https://paoblog.wordpress.com/2009/09/28/lestetica-ed-i-pannelli-solari/
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Sono plausibili 1000 obiezioni all’idea che la tecnologia elettrica sia l’unica via per l’auto, ma sarebbe ora di essere un pò più pratici, senza fermarsi ai luoghi comuni tipo “Immaginate un cieco al semaforo che non sente avvicinare un’auto che non vede.”, anche perchè è una problematica che sia l’industria sia lo stato (non italiano, beninteso) sta già affrontando. Vedi: https://paoblog.wordpress.com/2009/09/22/auto-elettriche-troppo-silenziose/
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In chiusura, credo sarebbe il caso di allargare i nostri orizzonti; vero che questo blog si rivolge al mondo degli automobilisti, ma vero anche che l’automobile è una componente legata a filo doppio al resto del mondo, ovvero non si pò sempre considerare l’auto ed il suo utilizzo il punto focale della nostra vita. Io, come molti, uso l’auto ogni giorno e mi seccherebbe non poterlo fare, ma resta il fatto che una volta finita la benzina per me, lo sarà anche per gli altri. Quindi la riduzione dei consumi, servirebbe in ogni caso anche a dare più autonomia al mondo per cercare una soluzione alla fine del petrolio che, ricordiamocelo, non ci da solo il carburante e l’energia. La riduzione delle emissioni inquinanti non deve essere visto solo con la riduzione di potenze, di prestazioni, della riduzione del piacere di guida, ma anche come un modo per vivere meglio, se non oggi, perlomeno in futuro. Io non ho figli, non lascio nessuno dietro di me, però…però si può ragionare basandosi su un egoismo simile?
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Stavo per postare il testo appena scritto ed ecco che arriva la ciliegina sulla torta. La miopia abbinata all’alibi che ci consente di scegliere la via più comoda: “io posso avere una superibrida con start&stop,…..mi trovo nel traffico dietro a un bel camion o suv che mi sputa in faccia il fumo nero del diesel e mi chiedo: a che serve tutto ciò?”
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Io modificherei i termini della domanda e chiederei al lettore “che male fa avere una superibrida con start&stop e trovarsi nel traffico dietro a un bel camion o suv che mi sputa in faccia il fumo nero del diesel?” Ovvio che si deve lavorare per togliere dalle strade anche il camion che sputa fumo nero, ma vero anche che non avendo la bacchetta magica del Mago Merlino, da qualche parte bisogna pur cominciare..

Un commento su “La Renault punta sull’elettrico…

  1. Francesco
    28 settembre 2009
    Avatar di Francesco

    Applaudo il nostro Pao laddove scrive: «Da qualche parte bisogna pur cominciare»… Vero. Sacrosanto. Aggiungerei: qualcuno, se non tutti e ciascuno – impossibile pretenderlo, evidentemente – deve cominciare. O, almeno, non rinunciare a provare.
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    L’iniziativa pubblicitaria di Renault potrà anche, forse, individuare la propria genesi in “trovate” di immagine o in soluzioni di marketing, atte a stupire il pubblico oppure a rafforzare quell’idea di azienda controcorrente, innovativa, rivoluzionaria, alternativa – una sorta di Robespierre o Maggio francese del Mondo automobilistico – che la casa automobilistica transalpina si è “costruita” negli anni. Ma, anche, un modo per sondare il terreno, tastare umore e preparazione dell’utenza.
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    Però è un inizio. Direi anche di più: potrebbe risultare una sorta di ultimatum nei propri stessi confronti; una specie di auto-costrizione. Difficile, infatti, un domani tirarsi indietro e pensare di non giocarsi, in questo modo, la faccia. Coraggio, dunque, ben dosato a calcolo: non starò, qui, a scrivere quanto questa operazione pubblicitaria somigli all’uvaggio del classico “taglio bordolese” cui i nostri Cugini al di là del Bianco eccellono, ché altrimenti rischio di annoiarvi… Resta il concetto, però: che mi sembra molto chiaro.
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    In ultimo: far “sentire” all’utenza ciò che nemmeno lontanamente essa penserebbe di immaginare è quanto di più vincente possa esserci: pensiamo, anche solo per un attimo, a ciò che la Chiesa Cattolica nel corso della Storia e dei secoli è riuscita a costruire in termini di potere temporale…
    Francesco

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