Si parla spesso di lealtà sportiva sia in campo amatoriale che professionistico, ma allo stato dei fatti il singolo episodio positivo viene raccontato in maniera superficiale da stampa e tv.
Certo, tutti i media danno più o meno spazio alla vicenda, salvo poi commentarla in modo tale da deridere il protagonista, come se comportarsi lealmente sia corretto, ma stupido ed autolesionista, tanto più se si tratta di uno sport di squadra.
Diverso l’approccio verso gli esempi negativi. Vero che il fallo di mano di Henry che ha portato la Francia, immeritatamente a qualificarsi, a spese dell’Irlanda sia stato bollato da tutti, però alla fine dei giochi, la Francia va al Mondiale e l’Irlanda resta a casa.
E non parliamo del famoso fallo di mano di Maradona nei Mondiali del 1986. Scorrettezza e slealtà a piene mani (appunto), ma si è trasformato in un eroe, complice anche la rivalità legata alla guerra delle Falklands.
Tutti pronti a difendere e/o perdonare chi sbaglia, salvo poi dimenticarsi di chi subisce il torto. E purtroppo accade ogni giorno, non solo in ambito sportivo…
Nelle scorse settimane in tv hanno fatto un servizio sull’allenatore di una squadra giovanile di Piacenza, reo di aver ritirato la squadra dal campo, a seguito di una rissa in campo, con numerosi espulsi.
L’allenatore diceva di aver agito come allenatore ed ex-giocatore, visto che la situazione sul campo non c’entrava nulla con lo sport ed anche come adulto, in modo da mandare un segnale antiviolenza ai giocatori 17enni. Glorificato da alcuni per il senso di responsabilità ed esonerato dal Presidente della squadra. 😦
Pochi giorni fa l’allenatore dell’Ascoli, Pillon, dopo che la sua squadra ha segnato intercettando il pallone lanciato fuori dagli avversari per soccorrere un giocatore a terra, ha ordinato ai suoi giocatori di far segnare l’altra squadra.
La partita è stata poi persa dall’Ascoli per 3 a 1. I servizi tv parlavano di esempio di fair play, ma nello stesso tempo hanno poi mandato in onda interviste ai tifosi, tutti contro il gesto di Pillon. L’allenatore ha successivamente dichiarato che tornando indietro non sa se lo rifarebbe, visto dopo aver constatato quanti attacchi ha ricevuto…
Gli esempi si susseguono. Ieri due squadre di ragazzini impegnati in una partita a Firenze sono state ritirate dal campo dagli allenatori, dopo che sugli spalti genitori e nonni hanno iniziato a picchiarsi. Che esempio. Ma come dicevo, al peggio non c’è mai fine ed infatti tutte queste mie parole altro non sono che un preambolo a quello che voglio farvi leggere.
Alcune settimane fa ho letto su Vanity Fair una vicenda, raccontata da Fiamma Satta e che mi ha realmente disgustato, oltre ogni limite.
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Il doping è deprecabile e deplorevole, ma può diventare agghiacciante. Ho letto sulla Gazzetta dello Sport del 5 novembre che tra il gennaio e l’aprile 2009 una coppia di genitori di Padova in smania di fama e di successo ha fatto sottostare la figlia 15enne, nuotatrice tesserata, alla pratica dell’ozonoterapia per autoemotrasfusione maggiore per migliorarne le prestazioni sportive e farla diventare una campionessa, fregandosene altamente dei rischi di embolia.
Il babbo la accompagnava nello studio di Enrico Lazzaro, un medico dedito a questa pratica illecita, e pazientemente, leggendo il giornale, come si evince dalle intercettazioni video dell’orrore, attendeva che il medico estraesse sangue dalla ragazzine e ne riempisse delle sacche. Il sangue, poi, una volta manipolato con ossigeno ed azoto e mischiato ad intrugli vitaminici, le veniva nuovamente iniettato tramite endovena.
Le iniezioni probabilmente venivano fatte anche a casa, dal padre stesso, come gli inquirenti sospettano, magari mentre la mamma girava il sugo sul fuoco e finiva di guardare i quiz televisivi.
Bene. Credo che il Padreterno quando ha dettato i suoi Dieci Comandamenti ne abbia dimenticato uno. Subito dopo il IV: Onora il padre e la madre, infatti, si sta perfetto il IV bis: ONORA I FIGLI. In ogni campo, sportivo o meno.
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Io non l’ho visto e ne faccio a meno, tuttavia a questo link si trova il video (e l’articolo) pubblicato dalla Gazzetta dello Sport