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Quando la Privacy si scontra con il buonsenso

Non si parla d’altro su Odontoline, un Forum molto frequentato dagli odontoiatri. Tiene banco la recente ordinanza del Garante della privacy dove si «prescrive» a tutti i sanitari «di non raccogliere l’informazione circa l’eventuale stato di sieropositività del paziente».

In pratica questo dato non può essere richiesto quando il paziente arriva in studio per la prima volta, ma solo in un secondo momento e solo se il fatto di sapere che ha l’Aids può determinare la scelta della terapia e di interventi clinici.

La decisione di Francesco Pizzetti riguarda in particolare i dentisti perché è negli studi odontoiatrici che si verificherebbero violazioni definite inaccettabili dalle associazioni nel modo di schedare i nuovi clienti con domande dirette, a volte da parte di segretarie e infermiere, oppure attraverso moduli di accettazione.

In allarme la categoria: «L’ordinanza è una grande limitazione per la nostra professione — dice Michele Cerquetti, dentista romano —. La privacy in questo caso rischia di creare un danno allo stesso paziente perché la presenza dell’infezione può compromettere, ad esempio, il successo di un percorso terapeutico. E poi basta con queste regole, ne abbiamo già troppe».

Dello stesso tenore molti degli interventi sulla community, aperta otto anni fa dal dottor Francesco Simoni per favorire uno scambio di opinioni fra colleghi. Sul piano della prevenzione, oltretutto, l’iniziativa dell’Autorità viene giudicata senza significato visto che ormai le precauzioni igieniche sono talmente sicure da rendere estremamente remoto il rischio di contagio di virus.

L’ordinanza nasce dalla segnalazione di Matteo Schwarz, legale di Nps Italia, associazione di persone con l’Aids: «E’ molto frequente che negli studi vengano utilizzati questionari dove bisogna dichiarare se si è sieropositivi. Una procedura poco ortodossa, applicata anche al di fuori della sanità. Noi pretendiamo invece che l’informazione rientri nell’ambito di uno scambio confidenziale tra medico e paziente. Siamo indignati poi dalla passività degli Ordini professionali che non sono mai intervenuti per censurare comportamenti dei loro iscritti non in linea con la deontologia».

L’avvocato Matteo Schwarz si riferisce a storie di persone che hanno grosse difficoltà a farsi curare una carie perché sieropositive. Sono stati denunciati casi di vero e proprio rifiuto. Per questo motivo Francesco Pizzetti ha ritenuto necessario ribadire che la raccolta del dato sanitario sull’Aids debba avvenire «previo consenso informato dell’interessato da parte del medico curate nell’ambito di un processo di cura in relazione a specifici interventi clinici» e se è ritenuto necessario.

Mario Falconi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma e provincia afferma «il nostro diritto ad essere a conoscenza delle condizioni di salute del paziente, nel suo interesse. Quindi l’eccessivo garantismo può diventare un limite. Ciò non significa non tutelare la sua riservatezza per quanto riguarda le chiavi di accesso a schedari cartacei ed elettronici».

Margherita De Bac

Fonte: www.corriere.it