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Da hamburger al MacItaly

di Roberto La Pira – Blogger del Sole 24ore

Ieri il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia ha partecipato alla presentazione della nuova  linea gastronomica McItaly firmata da  McDonald’s (vedi foto) . La notizia è ghiotta visto che la catena di fast food ha annunciato nuovi panini e nuove insalate realizzate con prodotti italiani. Si parla di un insalatona con Bresaola della Valtellina di “pane vero” con hamburger e Pancetta della Val Venosta oltre al formaggio Asiago e al già presente Parmigiano Reggiano. L’idea è interessante ma resta qualche dubbio sugli obiettivi dell’intera operazione.

Siamo di fronte ad un’abile azione di marketing che promette buoni  ritorni di immagine o si tratta di una vera conversione del gigante del fast food ? L’ipotesi più verosimile è la prima ma bisogna altresì dire che esiste un parziale  conversione di McDonald’s registrata negli ultimi anni, abbellita con qualche fettina di formaggio made in italy.

Pochi sanno che da McDonald’s si può mangiare di tutto. Anche le signore e  giovanotti più attenti alla linea possono scegliere un pranzo soft con poche calorie. Si può iniziare con un’insalata da 120-130 g (1,90 €), proseguire con uno yogurt (1,50 €) e concludere con una porzione di frutta sbucciata (1,0 €), per poi bere un vero caffé espresso. Per dissetarsi basta una bottiglietta di acqua minerale (1,0 €).

La novità è che da domani l’assortimento si arricchisce di insalatone con bresaola DOP (4,20 €) e c’è anche un  panino all’olio extra vergine di oliva DOP imbottito con il solito hamburger con una fetta di Asiago e crema di carciofi (4,20 €), in alternativa c’è anche il panino imbottito con hamburger e una fettina di Speck dell’Alto Adige IGP. Tra poche settimana arriverà anche una panino  italiano (tipo michetta piena) con Pancetta della Val Venosta DOP, hamburger,  insalata…

Le differenze tra un menù normale (hamburger semplice, acqua minerale, insalata, yogurt e frutta) rispetto al menù che il 95% degli avventori McDonald’s consuma abitualmente (Big Mac, Coca Cola e Patatine)   sono evidenti.

Prima di tutto è una questione cromatica, il vassoio light ha un aspetto spento rispetto al multicolore Big Mac abbinato al bicchiere di Coca Cola e al contenitore delle patatine.

C’è poi un discorso di calorie che è davvero intrigante perché  si parte da 430 per il pasto medio che pressoché nessuno consuma, si arriva a 1100 per quello  standard molto gettonato e si toccano le 1580 calorie per quello maxi.

Contrariamente a quanto si pensa, non ci sono differenze tra i due menù.Basta fare due conti per rendersi conto che la scelta equilibrata ha dei costi equivalenti. Un hamburger piccolo insieme ad insalata, yogurt, frutta e acqua minerale  costa (5,90 €) e copre il 22% del fabbisogno calorico.

Con lo stesso importo (5,90 €)  si compra  un pasto completo composto da Big Mac, Coca Cola e patatine medie (1100 kcal pari a  55% del fabbisogno giornaliero). Naturalmente una parte dei clienti McDonald’s spende 1,30 € in più e sceglie il pasto pantagruelico (1580 kcal ) che copre quasi l’80% dell’apporto energetico giornaliero. La possibilità di comprare quasi 500 kcal con 1,30 € in più è una vera trappola.

Chiedere alla catena regina dell’hamburger di invogliare i clienti verso il  consumo di insalata e frutta fresca è difficile, anche se l’aver introdotto menù alternativi  è comunque un buon esempio. L’altro aspetto da non sottovalutare è la possibilità di offrire un pasto caldo da consumare seduti a chi ha solo 6 € in tasca.

In questa storia c’è da chiedersi qual è il ruolo di un ministro che fa da testimone alla multinazionale del fast food in un’operazione di marketing. E’ vero aggiungere una fettina di pancetta o di formaggio DOP  ai panini aiuta il made in italy. Ma è anche vero che la stessa cosa si fa in molti ristoranti e bar  tradizionali.

A questo punto tutti questi locali dovrebbero poter arricchire il menù con il logo del Ministero  delle politiche agricole come fa MCDonald’s (vedi foto del ministro Zaia, angolo in alto a destra). Il ministro dovrebbe sapere che non è una fettina di formaggio o di pancetta DOP che modifica il DNA  del fast food.

Prendiamo atto  dei miglioramenti nel menù di McDonald’s , anche se la catena non ha snaturato la sua mission (vendere hamburger di vacca italiana a milioni di persone ). Forse adesso è migliorato lo stile  ma non è cambiata la sostanza. Il segreto è di frequentare poco i fast food (budget permettendo) e di non farsi attirare dai pasti pantagruelici che offrono 500 kcalorie in più con una spesa aggiuntiva di 1,30 € .

Fonte: http://robertolapira.nova100.ilsole24ore.com/

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Questa voce è stata pubblicata il 27 gennaio 2010 da in Consumatori & Utenti con tag , , , , , , .