Paoblog.net

Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Il tossico guida lo stesso, muore tamponando una signora e la folla vuol linciare lei

di Maurizio Caprino

Inasprire le sanzioni spesso serve a poco. E talvolta diventa inutile persino applicarle: quando ci sono di mezzo alcol e droga, non è raro imbattersi in gente che non ha nulla da perdere e si mette a guidare anche se ha subìto la revoca definitiva della patente (ogni tanto si parla di braccieletto elettronico per altre cose, ma forse andrebbe valutato pure in questi casi, non potendo mettere uno in carcere a vita solo per impedirgli di guidare)). Lo hanno dimostrato altri casi che vi ho riferito in questa sezione e oggi arriva la conferma da Roma. Una storiaccia, davvero.

Come riferisce “Il Messaggero”, un 24enne con precedenti per droga e spaccio ha travolto con la sua Smart l’auto guidata da un’ignara signora. Il pregiudicato, tanto per gradire, aveva la patente revocata e non era allacciato. La conclusione dell’incidente, dato il tipo di auto (quando sono piccolissime, le cinture diventano ancor più vitali per assorbire le conseguenze degli urti) era scontata: morte del 24enne.Molto meno scontata nella capitale di un Paese del G8 è stata la reazione del quartiere (periferia Sud): assalti ai vigili urbani impegnati a rilevare l’incidente e alla povera signora. Come nelle grandi città del Sud, ma in circostanze ben più movimentate come l’arresto dei boss nei loro quartieri-regno. La sicurezza stradale non dovrebbe mai scadere nell’ordine pubblico. E invece…

Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/

°°°

Paoblog: Il gesto di questi cittadini (meglio chiamarli incivili…), è veramente assurdo, in quanto assalire i vigili che stanno facendo il loro lavoro è quanto meno da deficienti. Se non intervengono, protesti, se intervengono, li assali?

Il tentativo di linciaggio è il segnale di una società civile che non è tale, dove ci si fa governare dagli impulsi (sempre quelli sbagliati) e dove passa sempre il messaggio che il morto è la vittima e chi lo ha ucciso (seppur non per colpa sua, anzi..) è il carnefice.

E’ sufficiente che il morto sia il pedone ed è automaticamente colpa dell’automobilista. Spesso è così, ma non sempre.

Non ti fermi al posto di blocco oppure fai una rapina sparando a destra e sinistra, ma se  poi ti sparano, la colpa è del carabiniere?

Ed infine il tutto si riallaccia ad un discorso fatto tempo fa e legato all’incapacità dei testimoni oculari di cogliere l’intera scena; l’attenzione è sempre richiamata dalla parte finale dell’evento, per cui ci si fa un’opinione sugli ultimi fotogrammi e non sull’intero film.

Ovvio che in caso di incidente io alzi gli occhi quando sento la frenata oppure il botto. Ma cosa è successo prima? Non lo so. Posso farmi un’opinione, rendere una testimonianza, accusare qualcuno, senza conoscere l’intera storia? Tecnicamente no, ma la mania di protagonismo, il voler essere inquadrati dalle telecamere, fare ciao-ciao con la manina anche se a 2 metri da te c’è una persona morta sull’asfalto, è predominante. Altro segnale di una società senza valori.

Un commento su “Il tossico guida lo stesso, muore tamponando una signora e la folla vuol linciare lei

  1. Francesco
    4 febbraio 2010
    Avatar di Francesco

    L’episodio raccontato da Maurizio Caprino è avvenuto a Tor Bella Monaca, quartiere-dormitorio della lontana periferia est (siamo già oltre il raccordo anulare) della Capitale.
    Non vorrei, qui, sembrar disfattista e pessimisticamente disincantato: ma, conoscendo un po’ la realtà di questa travagliata Capitale, non mi meraviglio, come giustamente invece reagisce Maurizio Caprino, che in alcuni quartieri accadano episodi che possono sembrar più abituali in una città del Sud o di un certo “Terzo Mondo”.
    * * *
    Alcuni quartieri periferici di Roma sono in mano a una “ruspante” locale malavita organizzata che, come accaduto in anni passati, a volte riesce anche a far il “salto di qualità”, come accadde alla cosiddetta Banda della Magliana che, nata come piccolo fenomeno di quartiere, arrivò ad assumere importanza nazionale e controllo di situazioni malavitose a livello nazionale.
    Alcuni piccoli delinquenti di quartiere, benché giovanissimi, finiscono per essere quasi degli eroi o degli idoli, né più né meno come a Scampìa o a Casal di Principe.
    L’episodio dell’altro giorno a “Tor Bella”, come i romani chiamano quel quartiere, è solo l’ultimo. In quartieri come quello, e anche in quello, nel passato recente si è ammazzato per un parcheggio, per una doppia fila, per un banale insulto rivolto a un piccolo coatto boss locale, per una ragazza contesa, per discussioni banali.
    * * *
    Negli anni passati, invero, le Amministrazioni comunali hanno cercato di far qualcosa a “Tor Bella” come a Giardinetti, a Ostia, alla Magliana, alla Pisana, a Bravetta o a Corviale… Aprendo teatri, portandovi iniziative sociali e culturali, cercando di coinvolgere i giovani in attività che gli allontanassero dalle strade aprendoli verso interessi più costruttivi.
    Evidentemente non basta ancora.
    * * *
    L’episodio del giovane malavitoso drogato morto alla guida della Smart lanciata a folle velocità nonostante allo stesso fosse stata interdetta la conduzione di automobili accaduto a Tor Bella Monaca non va, purtroppo, ascritto alla cronaca come semplice incidente stradale.
    Deve costituire un monito per aprire ancor di più gli occhi su una realtà chiara ed evidente. In molti quartieri periferici romani si vive male; tali zone sono abbandonate a sé stesse, in preda alla malavita di piccolo cabotaggio che, però, crea disagi di enorme pericolo.
    Bisogna rimboccarsi ancor di più le maniche e lavorare.
    Tutti.

I commenti sono chiusi.