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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

E se i progettisti dell’Expo ridisegnassero anche le tangenziali?

Un’Expo con vista, un orto planetario da coltivare, la poesia che vince sul gigantismo, i valori profondi dell’uomo contro le mirabolanti invenzioni di una Shanghai che forse stupirà il mondo con i suoi effetti speciali ma non lascerà emozioni nei nostri cuori. Bellissimo.

Pensavo all’intelligenza di una Milano che apre così la grande corsa al 2015 mentre ero in coda nell’imbuto che dall’A4 porta sulla tangenziale Ovest oppure sul raccordo per Varese-Laghi. Non sembrava di essere nella stessa città, questa Milano che da una parte riesce a partorire così arditi e lucidi disegni universali e dall’altra stenta a risolvere banali schemi di traffico. Parliamone allora, perché si vive anche di traffico in attesa della città ecosostenibile.

Come si può accettare che il cartello “Code tra Milano Ghisolfa e Milano Certosa” resti acceso fisso,

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