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Strade sicure – T-Red riabilitato? Non proprio. E il Senato ha perso un’occasione

di Maurizio Caprino

Qualcuno mi ha detto che ieri sono stato severo nel mio articolo pubblicato dal Sole-24 Ore per descrivere gli scenari del post-riabilitazione del T-Red. In effetti, lasciavo capire che – contrariamente ai titoloni sparati da “Corriere” e “Repubblica” – il parere espresso dal Consiglio superiore dei lavori pubblici sulle contestatissime procedure di omologazione dell’apparecchio (uno dei più sofisticati e teoricamente affidabili rilevatori di passaggio col rosso al semaforo) non puà essere una vera e propria riabilitazione: le sorti dei controllori, dei loro fornitori e dei multati non possono che essere in mano alla magistratura, che è soggetta solo alla legge e non ai pareri di un organo ministeriale come il Consiglio superiore.

Inoltre, facevo notare che il Consiglio non ha fatto altro che giudicare corretta la prassi seguita dagli uffici del ministero delle Infrastrutture quando omologa o approva un rilevatore, ma la vicenda ha ancora punti oscuri.

Il principio-base seguito dal ministero e convalidato ora dal Consiglio è quello di ricomprendere nell’omologazione solo gli elementi essenziali e specifici dell’apparecchio. Dunque, restano fuori i componenti meramente industriali che si trovano normalmente in commercio, come il pc di gestione: basta fissare nei manuali le caratteristiche tecniche minime richieste per far girare il software di gestione.

In questo modo, si evita di dover fare un’ulteriore omologazione ogni volta che il modello di pc eventualmente omologato esce di produzione (cosa che nel mercato dell’elettronica capita a ritmi serrati). Fin qui nulla da eccepire, anzi.

Il primo punto oscuro sta nel fatto che non si è entrati nel merito del software di gestione: non è un componente industriale eppure nemmeno quello viene depositato assieme al prototipo da omologare. Il deposito non è richiesto proprio perché il componente è tutt’altro che industriale: è “proprietario”, cioè coperto da tutti i segreti di questo mondo e quindi può essere analizzato e fatto funzionare solo con l’intervento del suo stesso costruttore.

Tenerlo in deposito – questo deve aver pensato il ministero – non ci dà la possibilità di effettuare controlli autonomi e in più ci espone al rischio di essere citati per danni enormi qualora qualcuno lo asportasse dai nostri magazzini (che non sono certo blindatissimi), impadronendosi dei segreti industriali che racchiude. Ma io credo che

Strade sicure – T-Red riabilitato? Non proprio. E il Senato ha perso un’occasione.