di Patricia McCormick
Ediz. Salani – Pag. 253 – € 14,00
Lakshmi ha tredici anni e vive con la sua famiglia in una sperduta capanna tra le montagne del Nepal. La sua vita è poverissima, ma colma di piccole gioie, come crescere la sua capretta dal pelo bianco e nero o farsi pettinare i capelli dalla mamma alla luce della lampada a olio.
Quando il monsone spazza via il magro raccolto, però, il suo patrigno decide di mandarla in città: lì, le dice, lavorerà come domestica per aiutare la famiglia. Lakshmi viene invece venduta a un bordello di Calcutta.
Un mondo per noi inimmaginabile, raccontato con una scrittura pulita, forte ma mai cruda, e insieme piena di poesia. La voce di una ragazzina fragile e coraggiosa parla idealmente a nome di migliaia di sue coetanee.
“Alla scuola del villaggio ci hanno insegnato a fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni…. Qua faccio un altro genere di calcoli. Se ogni sera mi porto in camera sei uomini e ognuno di loro dà a Mumtaz trenta rupie, ogni giorno sono piu` vicina a casa di centottanta rupie. Se lavoro altri cento giorni, avrò soldi a sufficienza per restituire a Mumtaz le ventimila rupie che le devo. Ma poi Shahanna mi insegna come si fanno le sottrazioni in città. La metà di quello che pagano gli uomini va a Mumtaz, dice. Poi devi togliere ottanta rupie, che è quello che ti fa pagare per la razione giornaliera di riso e dal. Altre cento la settimana per l’affitto del letto e del cuscino. E cinquecento per la puntura che il dottore dalle mani sporche ci fa una volta al mese per evitare che restiamo incinte. Poi mi avvisa: se Mumtaz ti scopre con quel quaderno ti seppellisce viva.
Faccio i calcoli. E mi rendo conto che sono già sepolta viva.”
Fonte: www.illibraio.it