Comode, pratiche e… cariche di sostanze chimiche. Le scarpe da ginnastica sono da tempo sotto la lente di associazioni ambientaliste e studiosi per le sostanze che contengono. E ora anche dei consumatori dopo che uno studio tedesco, pubblicato sul settimanale il Salvagente, in edicola da domani (ma che può essere acquistato già oggi, in Pdf, a un euro nel nostro negozio on line) ha denunciato la presenza di diverse sostanze indesiderate nelle sneakers, tanto da provocare anche il ritiro dal mercato di un modello di un marchio famoso, la Camper, in cui è stata pescata una sostanza cancerogena, il cromo esavalente.
Non sempre si tratta di composti illegali. Non esiste infatti una legislazione in fatto di materiali per scarpe, e a dire il vero, non esiste nemmeno una norma complessiva che regolamenti le sostanze utilizzate nel tessile o nel calzaturiero. Ci sono singole limitazioni su composti riconosciuti dannosi, come il cadmio, il nichel, o i coloranti azoici. Fatta eccezione per questi elementi, però, nelle tele o nelle gomme si trovano del tutto legalmente sostanze magari vietate in altri oggetti.
In genere, in produzione le aziende si attengono alle norme. E le aziende più “restrittive” da questo punto di vista sono quelle certificate con marchi ecologici volontari, come Ecolabel o Oeko Tex, che hanno regolamenti interni molto stringenti. Ma si tratta di eccezioni, come dimostrano le analisi pubblicate dal Salvagente, che hanno rilevato sostanze dubbie su tutti i 15 campioni di scarpe analizzati. In tutti i casi tranne uno si tratta di composti la cui tossicità è riconosciuta a livello generale, ma di cui non si conoscono, o si conoscono poco, gli effetti di un contatto diretto attraverso la pelle.
La lista è lunga, ma a stupire maggiormente è il fatto che tra le scarpe scelte dai tedeschi ci sono grandi nomi come H&M, Geox , Lacoste, Camper, Nike, Converse, Dockers, Adidas. Tutti prodotti nei paesi in via di sviluppo o del Sud-est asiatico. Quattro modelli tra quelli che “abbondano” di sostanze sono venduti anche nel nostro paese.
Si va dagli idrocarburi policiclici aromatici, residui della lavorazione della gomma, ai composti organostannici, riconosciutamente tossici. E non mancano metalli pesanti e sbiancanti ottici, usati per rendere i materiali più lucenti agli occhi di chi li guarda (ma potenzialmente allergenici se a contatto con la pelle come accade nei modelli di Camper, All Star e Nike).
C’è poi il problema ftalati, i temuti interferenti endocrini già proibiti nei prodotti per l’infanzia: “Sono plastificanti utilizzati per ammorbidire il Pvc”, spiega Cosimo Carfagna, direttore dell’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri del Cnr, “anche se col passare del tempo l’industria sta preferendo alternative a più basso impatto. La loro tossicità sul sistema ormonale e riproduttivo è ormai comprovata, e pongono problemi soprattutto perché se usati durante la produzione persistono nell’ambiente e finiscono nella catena alimentare, e quindi nell’uomo”.
“Quanto a indossare scarpe in Pvc”, continua l’esperto, “la pelle è fortunatamente un’ottima barriera, sia per i microbi che per gli additivi, ma non è così per le mucose e per la pelle dei bambini, decisamente più delicata”.
In un caso il test ha anche rilevato la presenza di un composto fuorilegge e pericolosissimo. E’ il caso del cromo esavalente, cancerogeno, la cui presenza è vietata nei tessuti. Le analisi hanno scovato il metallo nel campione della Camper, prodotto in Marocco. L’azienda, peraltro, ha dichiarato che provvederà al ritiro del lotto interessato.
I quattro modelli venduti anche in Italia sui quali le analisi tedesche hanno trovato un carico di sostanze chimiche sospette ritenuto a rischio per chi le indossa: Adidas Top Ten / Camper Imar / Converse All Star / Nike Sneaker Capri.
Tutti i risultati del test sono pubblicati sul numero in edicola da domani del settimanale il Salvagente.
Fonte: www.ilsalvagente.it