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Quando il pirata è un’auto blu

Articolo aggiornato dopo la pubblicazione

Ho sentito parlare di questa cosa i giorni scorsi in un TG ed ho comprato appositamente Quattroruote per poter leggere il servizio.

A quanto pare ci sono auto blu che godono di un privilegio extra ovvero non esistono, perlomeno non per noi cittadini. Mi spiego meglio, con la parole di 4R in apertura dell’articolo di Emilio Deleidi & Cosimo Murianni.

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Un’auto blu vi urta e scappa. Andate al Pra e cercate il proprietario e scoprite che la macchina non esiste. A questo punto, se volete avere il nome del titolare, dovete spendere i soldi per un avvocato.

Questo perchè alcune auto di Stato, in virtù di un Regio Decreto del 1927 (Art. 26 dfecreto n. 1814) , non risultano iscritte al Pubblico registro. Siamo andati a Roma per vedere quante sono: il 25% di quelle che abbiamo controllato è avvolto dal segreto.

Possibile che ai normali cittadini venga negata una trasparenza così elementare?

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Leggendo quanto sopra a me viene spontanea una domanda. Il Ministro Calderoli alla vigilia delle recenti Elezioni, ha platealmente bruciato 375.000 Leggi inutili; trovo divertente il fatto che non sia stato possibile eliminare una Legge di 83 anni fa e che  risale ai tempi della monarchia (e solo per questo dovrebbero essere perlomeno riadattate ai tempi correnti, secondo me). O forse restano in vigore le leggi di Giulio Cesare, se servono a mantenere certi privilegi?

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Torniamo a noi e leggiamo che il cittadino (vittima dell’incidente) costretto a rivolgersi ad un avvocato, spenderà come minimo € 94 per scrivere una lettera ad un pubblico ufficio; questo semplicemente per avere un’informazione dalla pubblica amministrazione! Sempre che il valore del contenzioso non superi i 600 €, perchè sennò le cifre aumenteranno di parecchio.

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Se poi la pubblica aministrazione non risponderà entro 60 giorni, sarà necessario rivolgersi al Tar. Se nell’incidente però ci sono stati feriti, sarà necessario procedere con una querela e l’assistenza di un avvocato sarà obbligatoria.

Aggiornamento:

Ricevo una piccola precisazione in merito da Maurizio Caprino.

La norma del ’27 non è una norma qualsiasi, ma quella che ha istituito il Pra, quindi non aveva alcuna finalità di stabilire privilegi, ma solo di rendere certa la proprietà dei veicoli, cosa che per quelli di Stato era ed è “in re ipsa”. Chi viene urtato non deve fare altro che chiedere alla Motorizzazione, spiegando l’accaduto. Qua il vero scandalo è che abbiamo ancora due archivi, in parte separati e in parte aggiornati di pari passo.