A cura di Francesco
Anticipato il 9 agosto dal denso, complesso e ricco di atmosfera singolo The Catalyst…
Il nuovo singolo sembra anticipare un suono, sempre molto ricco di sfumature e contaminazione di stili, più vocato all’elettronica e un po’ meno metal, frutto forse della produzione di Rick Rubin, produttore degli U2, affiancato dalla voce mc dei Linkin Park, l’eclettico rapper e chitarrista Mike Shinoda.
Il nuovo album, comunque, dovrebbe concedere spazio a un po’ tutti i generi musicali che, mischiati assieme, hanno reso grande questo gruppo: nu-metal, rock, rap, elettronica e la straordinaria voce melodica di Chester Bennington cui si affianca il rap di Mike Shinoda.
Gli argomenti trattati nei testi verteranno sempre su temi cari ai Linkin Park: attualità, ambientalismo, pace, guerra, povertà, equità sociale.
Ieri, finalmente, ho toccato con mano e ascoltato il nuovo cd “A Thousand Suns” dei Linkin Park.
Anzitutto: l’evoluzione del percorso musicale si annuncia già nella bella confezione e veste grafica del cd; sempre nel loro stile essenziale il lettering così come l’immagine grafica che, qui, però è maggiormente di atmosfera, tra colori metallizzati, scritte che si leggono solo in controluce e nebulosità che ricalcano le atmosfere del video di “The Catalyst”.
Si legge, nella complessità del lavoro come nei singoli brani, con evidenza la mano del produttore Rick Rubin; ma, soprattutto, si nota che questo album è un naturale punto di passaggio del percorso musicale dei Linkin Park.
Un lavoro decisamente meno da classifica, ma più avvolgente e di atmosfera.
Meno spazio alle individualità, molta più coralità: elemento, questo, mai mancato ai sei californiani, ma qui ancor più in risalto.
Meno spazio all’hip-hop, meno anche alle esplosive tonalità hard-core della modulare voce di Chester Bennington, anche meno assolo di chitarra nu-metal. Invece: molta atmosfera sinfonica, con tanto pianoforte; molta elettronica e molti giochi di sintetizzatori e drum-machine.
Ovviamente non mancano riferimenti al classico passato dei Linkin Park: brani come “Blackout” e “Wretches and Kings” conservano atmosfere più rock e metal, così come non mancano le sinergie tra le diverse modularità delle voci di Chester Bennington e Mike Shinoda.
Il tutto, comunque, all’interno di un lavoro più compatto, più lineare nella globalità dello stile, quasi mistico nelle atmosfere dark ancor più che gotiche, con brani molto romantici come la splendida “Iridescent”, altri che occhieggiano a sonorità arabeggianti come la carismatica traccia n. 5 “When they come for me” oppure altri ancora dai toni scuri, come “Jornada del muerto”.
Un album da ascoltare con attenzione, che cattura al primo ascolto per la fascinosa atmosfera, ma che per la ricca e profonda complessità che lo caratterizza abbisogna di molta dedizione e molti ascolti per coglierne in pieno ogni aspetto.
Anche se questo bellissimo pezzo dei Linkin Park – “What I’ve Done”, primo singolo estratto dall’album “Minutes to Midnight” del 2007, ovvero l’ultimo album di studio prima di “A Thousand Suns” in uscita questo mese – non offre la caratteristica alternanza, propria dei L.P., tra la voce melodica di Chester Bennington e quella “mc” di Mike Shinoda, essendo imperniato pressoché esclusivamente su tonalità melodiche, propone un video, davvero bellissimo nella regia di Joseph Hahn, che evidenzia i tipici temi di attenzione all’attualità odierna che stanno a cuore ai Linkin Park.
«Cosa ho fatto, io per rendere il Mondo così?», si e ci chiedono i Linkin Park in questo video:
* * *
Questo è un altro video tra i miei preferiti dei Linkin Park, riferito al brano “Shadows of the day” contenuto sempre nell’album “Minutes to Midnight”. Mancano, infatti, 5 minuti alla mezzantotte, in questo video, e il cantante Chester Bennington (che appare da solo nel video: l’unico in cui gli altri 5 membri della band non appaiono) si prepara ad uscire in notte in cui negli USA è scoppiata la guerra civile…
Sorprendente come l’impianto melodico di questo brano ricordi “With or Without you” degli U2 e sorprende anche, in questo video, la somiglianza fisica di Chester Bennington con Bono Vox:
http://www.youtube.com/watch?v=nQSnubDQ10M
* * *
Uno dei brani, però, che meglio rappresenta l’eclettismo vocale dei Linkin Park, che giocano con la voce “mc” di Mike Shinoda e quella melodica di Chester Bennington è questo:
In effetti sono curioso di vedere i frutti del lavoro operato da Rick Rubin e come possano essere cambiati, nell’ampiezza di un intero cd, i Linkin Park dopo aver lasciato il produttore Don Gilmore (che ha prodotto, tra gli altri, i Good Charlotte, Pearl Jam, la splendida Avril Lavigne e recentemente i Lacuna Coil della divina Cristina Scabbia, il suono dei quali si è un po’ avvicinato a quello dei L.P., ammorbidendosi rispetto alle loro tipiche sonorità gotiche).
L’eclettismo, il volersi mettere in gioco e i cambiamenti sono, comunque, sempre stati una caratteristica dei Linkin Park: credo, perciò, che non deluderanno i fan.