di Maurizio Caprino
Ieri ho ricevuto il messaggio che pubblico integralmente qui sotto. In pratica, è la stupita protesta di una persona che ha da poco sborsato 34mila euro per una Mini Cooper S ed è costretto a tenerla ferma perché ha rotto un cerchio e non si trova il ricambio.
Personalmente, davanti a casi del genere, nell’ultimo paio di anni non mi stupisco più: la crisi ha portato a tagliare le giacenze di magazzino anche per pezzi che, come nota il lettore, dovrebbero sempre esserci perché più richiesti (sono quelli che, per rotture, incidenti o manutenzione, si cambiano più di frequente).
Il fenomeno è piuttosto trasversale, perché tocca sia i marchi generalisti sia quelli blasonati come nel caso del lettore appena citato: in famiglia, per esempio, mi è capitato a giugno 2009 con l’ammortizzatore di una Ford. Quindi non c’è molto da fare, purtroppo.
Anzi, forse tenere ferma l’auto è la soluzione migliore. Perché chi vuol accelerare i tempi rischia inconsapevolmente di incappare in pezzi contraffatti. Proprio la Bmw, cui appartiene il marchio Mini, viene spesso allertata dalle forze dell’ordine che sequestrano cerchi sospetti e alla fine si scopre che sono proprio contraffatti. Difficile accorgersene, tanto che la casa automobilistica viene chiamata soprattutto per riconoscere o disconoscere ufficialmente i prodotti sequestrati.
La riforma del Codice ha introdotto una multa per produttori e venditori di pezzi non omologati (779 euro se sono parti sensibili per la sicurezza, altrimenti appena 155 euro), che si aggiunge a quella classica di 78 euro per chi circola con un veicolo che li monta.
Si aggiunge la confisca di questi pezzi e tra l’altro, se il guidatore non li riesce a smontare subito, scatta il sequestro per l’intero veicolo (che viene poi restituito in un secondo momento, a smontaggio effettuato). Ma i controlli restano pochi e quindi non c’è da sperare che possano essere queste sanzioni a tagliare le gambe ai contraffattori di pezzi.
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Buongiorno Caprino, ho acquistato una mini cooper s mod.2011 del valore di 34mila euro a Milano, da un mese ho la macchina ferma causa un cerchione “originale” rotto !! La cosa più incredibile è che pare non ci sia il ricambio in tutta la rete Bmw!
Parliamo di un cerchio…non di un pezzo con una casistica di “rottura o “difetto” dello 0.0001 !!! Ho fatto più chiamate in Bmw Italia ho inviato email, ho cercato di parlare con la direzione (tutti si fanno negare) ad oggi non mi sanno rispondere !! Le pare normale ??!!
Alle mie rimostranze di oggi dove ho accennato di pubblicizzare la questione a Lei e a Quattroruote… la risposta è stata “faccia come crede”
Cordiali saluti
Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/
Sebbene sia certamente vero che la crisi implica tagli, più o meno logici, tra cui quello dell’immobilizzazione economica generata dalla disponibilità di ricambi di tutti i tipi, è anche vero che molti ci marciano… ovvero la scusa della crisi si applica su tutti gli aspetti commerciali e produttivi … ma in realtà è incapacità gestionale, di programmare (quando possibile) e, su tutto, il delegare il famoso rischio d’impresa su qualcun altro….
parlo per esperienza, essendo un produttore (non nel mercato dell’auto) e così come è vero che la crisi ci ha colpiti duramente, è anche vero che ci sono cose che puoi tagliare ed altre no…
è sicuramente vero che “prima” si acquistavano materie prime quando si trovava un buon prezzo, in modo da avere sempre disponibilità di magazzino e quindi consegne rapide … nel nostro settore la parola urgente è la prassi …
“ora” invece si spreme il magazzino e si compra il minimo indispensabile quando serve.. però ci sono alcuni articoli che bene o male “vanno” sempre e per i quali le scorte di materiale, così come la produzione dei particolari e lo stoccaggio, in attesa di un ordine…
però moltissimi clienti (grandi e piccoli, con la differenza che più sono grandi e più sono incapaci…) non sanno come si faccia, materialmente, quello che vendono, realmente non capiscono (o fanno i finti tonti) che la produzione non equivale ad avere una bacchetta magica, ovvero “tu parli” ed io in un attimo “ho fatto”…
richieste di questo tenore: “ho bisogno di 10.000 pezzi (prodotti su disegno, in qualità particolari, ecc.) e mi servono per la prossima settimana….” non sono un esempio fantasioso, ma cose che succedono… spesso.
ho un cliente tedesco, una multinazionale e noi siamo il loro fornitore europeo … produciamo i LORO articoli ovvero pezzi che solo loro possono vendere e solo noi produrre …
è lecito pensare che abbiano un magazzino con un tot di pezzi in pronta consegna…invece no… comprano se vendono… ma questo lo fanno da sempre, la crisi non c’entra… l’unica variazione che ha portato realmente la crisi sui comportamenti di questa azienda è l’attenzione al cent, cosa che prima non aveva…
però il tempo tecnico per arrivare dall’ordine alla produzione è di circa 40 giorni. pensate che capiscano che è necessario crearsi un piccolo polmone, una scorta che consenta di affrontare ordini urgenti?
Certamente no, salvo poi stupirsi, ogni volta, che non ci siano pezzi in pronta consegna. salvo stupirsi che noi non si abbia delle scorte per particolari che possono essere prodotti in 3-4 varianti di qualità… (in acciaio inox con prezzi medi d’acquisto sui 5 – 9 €/kg.) …
la crisi c’è, ma spesso è un alibi….