di Maurizio Caprino
La loro pubblicità non se ne vede più da un pezzo: con la concorrenza che vende gomme invernali e catene che sta in agguato per imbeccare un’Antitrust sempre pronta a far partire multe per i messaggi ingannevoli, i produttori di calze da neve non se la sentono di rischiare: le calze non sono ammesse in Italia, nel senso che si possono anche montare ma non servono ad assolvere l’obbligo di catene o gomme invernali.
Ma dev’esserci ancora qualche stock di calze in qualche magazzino e il gelo di questi giorni è un’ottima occasione per smaltirli. Magari anche a prezzi remunerativi ormai insperati. Ecco quindi che ieri nel caos di Firenze sono spuntate un po’ di calze.
Fin qui, sembra una storiella. Come quella dei vu’ cumprà che appena piove invadono le strade offrendo a tutti ombrellini e impermeabilini. Ma con le calze il discorso è più delicato: se il Codice della strada non le considera, è perché servono a percorrere solo brevi tratti. Ed è quello che accaduto ieri nel caos fiorentino. Io non c’ero, ma ho un testimone qualificato e di prima mano.
Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/
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Io volevo comperarle le calze perchè un amico me le aveva consigliate; quando ho portato l’auto a fare il tagliando ho chiesto alla signora allo sportello appunto delle calze.
Lei ha chiamato uno dei meccanici e mi ci ha fatto parlare, me le ha subito sconsigliate perchè non assolvevano certo il compito delle catene e non erano sicure, il prezzo inoltre era molto più alto