di Maurizio Caprino
Giuro che non è un fotomontaggio: la fonte è assolutamente autorevole (Francesco Mazzone, esperto Aci che cura tra l’altro proprio i test europei sugli attraversamenti pedonali). E che non siamo in un posto sperduto di provincia, dove il Codice della strada può anche essere visto come qualcosa di lontano.
Anzi, siamo a Roma, su quella via Tiburtina (angolo via Checchi) nei cui paraggi c’è il “tempio” della segnaletica italiana: la direzione generale Sicurezza stradale del ministero delle Infrastrutture, che detta le norme su ciò che devono fare i gestori di strade e su ciò che devono evitare.
Ma qui evidentemente vince la prassi: il geometra che sovrintendeva alla tracciatura di queste strisce pedonali deve aver pensato che ricavare un posto auto in più su quell’incrocio non creava troppo problemi di visibilità e intralcio al traffico ed è andato in deroga a qualsiasi norma (che intende salvaguardare proprio sicurezza e fluidità).
D’altra parte, questo non è l’unico caso in cui Roma si distingue per strisce pedonali assurde. Sarà l’aria?
Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/
Non mi stupisco.
Se ricordo bene, Pao ha postato, qui sul blog, il racconto di come, una notte, ho assistito da casa alla realizzazione della segnaletica orizzontale (Strisce pedonali e linee di parcheggio) nella traversa di Viale Angelico di fronte alla mia abitazione.
Segnaletica realizzata con tutte le automobili parcheggiate: senza, ovvero, aver posto un divieto di parcheggio un paio di giorni prima in modo da poter lavorare con la strada sgombera di auto.
Risultato: segnaletica dipinta in modo incompleto, anche peggio rispetto a quella ritratta nella foto, che ancora è così a distanza di mesi.