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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: 127 ore

(L’immmagine raffigura la locandina del film, in uscita l’11 febbraio)

di Aron Ralston

Ediz. Rizzoli – Pagg. 360 – € 18,50 (in libreria dal 26 gennaio 2011)

Il 27 aprile del 2003 il giovane alpinista (all’epoca aveva 27 anni) stava scalando le montagne dello Utah, si era appena inoltrato fra gli stretti crepacci del Blue John Canyon quando un masso di 300 kg gli schiacciò l’avambraccio destro incastrandolo contro una parete di roccia. Aron provò in tutti i modi a liberarsi, ma fu inutile.

Era solo, senza la possibilità di chiamare qualcuno e con pochissime provviste. Resistette cinque giorni (di qui le 127 Ore del titolo), poi capì che l’arto stava andando rapidamente in cancrena.

Di qui in avanti, Ralston descrive minuziosamente, quasi fosse un chirurgo che ricorda la sua operazione più importante, la procedura con cui si è staccato il braccio a colpi di coltello, studiando vari modi di non finire dissanguato.

Un buon finale per questa storia? Ralston l’ha già scritto. Dopo essersi ripreso dalle 127 ore di calvario alpinistico, infatti, Ralston si è fatto impiantare una protesi che può alloggiare 8 diversi tipi di estremità (che siano mani o rampini), e che gli ha permesso di tornare a fare quello che più lo entusiasma: scalare.

°°°

Nota di Paoblog: In televisione si parla di montagna solo quando muore qualcuno, si dice valanga killer, ucciso dalla montagna. Notato però che quando uno muore per un incidente stradale non si parla di auto assassina..?

La montagna non è sempre e solo tragedia od eventi drammatici.  Così come dimostra Ralston, che ha fatto di tutto per tornare ad arrampicare, esiste la passione, l’entusiasmo, la fatica fisica, l’impegno, così come ci racconta il blog del Pupo Alpinista.

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 17 gennaio 2011 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , , .