un articolo di Maurizio Caprino
A chi si applicano i tagli alle auto blu appena inseriti nella manovra economica? Non è la solita domanda capziosa di chi legge di tagli imposti dalla Finanziaria per il 1997 e si chiede come mai ci sia stato bisogno di annunciare o emanare altre norme durante i 15 anni successivi, fino ad arrivare a oggi.
Né voglio pormi il problema di come si fanno i conti sui costi, visto che comunque politici, dirigenti, funzionari e impiegati devono comunque muoversi per servizio.
Intendo solo farvi notare due cose:
1. che la norma (Scarica Testo di legge taglio auto blu) pare scritta da un ragazzino dopo aver letto i giornali; nessuna definizione tecnica, a partire dalla denominazione dell’articolo del decreto legge in cui è contenuta (“auto blu”, che è solo una vecchia definizione giornalistica poi ripresa e precisata in recenti comunicati stampa del ministro Brunetta);
2. che continua a esserci una facile (e inevitabile) scappatoia, perché ovviamente chi ha diritto a una scorta necessiterà spesso di una vettura blindata, il cui peso richiede motori di ben altra cilindrata rispetto agli 1,6 litri che ora si vorrebbero imporre a tutte le auto di servizio.
Attualmente, in assenza di dati ufficiali certi, si stima che le personalità sotto scorta siano circa 600, protette da 2.500-3mila uomini, per un costo sui 100 milioni annui. Con effetti talvolta comici.
Come quando arriva un pezzo grosso della politica in un aeroporto di provincia. A volte la blindata gli viene mandata direttamente da Roma ed è una grossa Audi o Bmw con mediamente due anni di vita e 250-300 cavalli nel motore (la soglia oltre la quale la manovra dovrebbe far scattare il superbollo di 10 euro a kiloWatt).
Ma ci vuole pure almeno una staffetta, garantita dai comandi locali delle forze di polizia statali. E qui c’è da ridere: vista la nota situazione dei tagli su acquisti (avete notato che ora la Polizia anche per le Volanti sta passando dalle Alfa 159 alle Fiat Bravo? e si vede ancora qualche Marea) e manutenzione (anche 200mila chilometri senza cambiare gli ammortizzatori ed è solo un esempio), capita pure che la superblindata debba essere accompagnata da una spompata berlina, che resta indietro fin dal primo chilometro di autostrada o superstrada.
Vedremo per caso ridursi le superblindate ora con la manovra? Difficile: vengono ovviamente fatte salve le esigenze di sicurezza.
Quindi tutto dipende dagli organismi (a grandi linee, Ucis, commissione centrale consultiva e lo stesso ministro dell’Interno) che decidono chi va messo sotto tutela, sempre ufficialmente stretti tra la necessità di non concedere scorte-status symbol e quella di non lasciare scoperte persone a rischio (ricordate il caso di Marco Biagi, che nel 2002 costò a Claudio Scajola le sue prime dimissioni da ministro?).
Ma poi è chiaro che sottobanco le pressioni arrivano. E magari le si asseconda pure: se per un accidente qualsiasi il politico che aveva chiesto una scorta fosse davvero aggredito, ci sarebbe da dare le dimissioni.
Caro amico Maurizio Caprino, ti chiamo amico perchè leggo che anche tu sei dalla parte di coloro che vorrebbero far sparire tutte queste neffandezze dalla nostra Italia. Tu e i tuoi colleghi, sia della televisione che della carta stampata, avreste la forza per far cambiare qualcosa in questo mania di sprecare i soldi che hanno i nostri parlamentari. Mario Baudino ha scritto un saggio dal titolo: Ne uccide più la penna. Voi giornalisti e scrittori avete questa potenza e dovreste metterla al servizio di noi italiani. L’importante che se doveste farlo non copiate da Beppe Grillo, che ha sparlato di tutto e di tutti e ora fa quello che fanno tutti loro.Un saluto da un pensionato(e speriamo ancora per tanto tempo). Piero