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In auto, meno alcol e più droga?

di Maurizio Caprino

Dati globali non ce ne sono, ma l’aumento dei controlli antialcol pare faccia ormai da buon deterrente.

Almeno nelle serate dedicate al divertimento: andando a vedere i resoconti delle più recenti iniziative della Polizia stradale in weekend e vacanze, il numero dei conducenti trovati positivi è sceso più o meno dal 10% al 5% del totale dei controllati.

L’ultima conferma viene da Nola (Napoli), dove lo scorso weekend è stata messa in piedi un’operazione contro alcol e droga con la Asl Napoli 4: si è arrivati – appunto – a cinque ebbri (tra cui un avvocato, informano “perfidamente” i poliziotti) su 99 sottoposti a test.

Nessuno è stato trovato a guidare sotto effetto di droghe. Ma tra gli addetti ai lavori si pensa sia stato solo un caso fortunato. Non solo perché si sa che il fenomeno è ormai di massa.

Il sospetto nasce anche dal fatto che per accertare la presenza di sostanze stupefacenti e il loro effetto occorre praticamente un’analisi del sangue (ecco il motivo per cui nelle maxi-operazioni di controllo si coinvolgono le Asl), mentre per l’alcol si può anche fare più presto usando precursori ed etilometri. Inoltre, la riforma del Codice ha complicato le cose.

Insomma, i poliziotti si sentono un po’ in balia delle tante lungaggini e incertezze sui test anti-droga e così riescono a effettuarne pochissimi. Di fatto, un conducente rischia di essere scoperto quasi solo se finisce in ospedale a seguito di un incidente. Cioè quando ormai è troppo tardi.

La riforma, nel momento in cui complicava le cose, conteneva già in sé la soluzione.

Perché presupponeva l’avvio massiccio di test sofisticati. Ma finora non si è andati oltre la sperimentazione.