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Noci: almeno due (non sbiancate) al giorno

leggo su Il Portale dei Consumatori

Il noce da frutto (Juglans regia) è con molta probabilità una pianta orginaria dell’Asia. Le varietà italiane più diffuse sono Sorrento, S. Giovanni, Feltrina e Bleggiana. Tra le francesi le più conosciute sono Franquette, Corne, Parisienne e Mayette. Tra le californiane, Eureka, Chandler, Hartley, Lara, Midland.

Ricche di sali minerali, di vitamine e di acidi grassi essenziali (che l’organismo non è in grado di sintetizzare e vanno assunti con l’alimentazione), le noci sono un alimento ideale come fonte di energia di pronto uso. Ma è un errore mangiarle a fine pasto perché appesantiscono la digestione.

Gli acidi essenziali grassi di cui sono ricche, come gli Omega 3 e  6, combattono l’accumulo di colesterolo nel sangue. Uno studio ha messo in relazione il consumo di grassi essenziali con le prestazioni mentali dei bambini e in particolare con la capacità di apprendimento, la soglia di attenzione e la resa scolastica. La frutta secca tostata perde, tuttavia, buona parte dei nutrienti. Molto importante è anche il contenuto di proteine.

Le noci, come tutta la frutta secca con il guscio, si conservano per lunghi periodi (col guscio, per 5 mesi in sacchetti di carta, protette dalla luce e in luoghi freschi e asciutti; senza, anche per due mesi, in frigorifero in contenitori di vetro chiusi ermeticamente) e possono essere consumate anche fuori stagione. I nutrizionisti consigliano di mangiarne tutti i giorni 60-80 grammi, vale a dire 2-4 noci.

Prima di essere essiccate e messe in commercio, le noci sono sottoposte a diverse operazioni.

Le prime due sono la “smallatura” e il “lavaggio” e consistono nell’eliminazione di ogni residuo di mallo, la parte carnosa che ricopre il guscio.

Il succo del mallo (prima verde, poi nero) però macchia il guscio, che appare di colore scuro: per schiarirlo, si procede alla “sbiancatura”, in genere con acqua e ipoclorito di sodio (candeggina). Alcuni produttori impiegano invece l’anidride solforosa.

Il punto critico è il possibile contatto dei gherigli con l’anidride solforosa. Nessuno, infatti, può garantire la chiusura ermetica della noce, che a volte è fessurata. Meglio, dunque, acquistare noci dal guscio scuro o macchiato di nero. Di sicuro non sono state trattate chimicamente.

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