Nel primo pomeriggio di ieri, rientrando a Roma dal mare ho percorso un tratto di strada, dalla via Cristoforo Colombo fin quasi in centro, al fianco di una spettacolare Lamborghini Gallardo coupé color arancio borealis perlato, unico passeggero un rubizzo rubicondo brizzolato ciccione con un maglione blu che ne era alla guida, piuttosto sacrificato e un po’ ingobbito nel bassissimo abitacolo della supersportiva di Sant’Agata Bolognese.
Che dire: è sempre stata una delle autovetture da me preferite per il suo design davvero interessante e ieri ho notato che appariva davvero come una regina nel procedere a bassa velocità, facendosi sorpassare un po’ da tutti, incollata al suolo e larghissima tra le altre automobili incolonnate, rombante ai bassi regimi e saltellando sulle proprie rigide sospensioni nel percorrere i tortuosi e sconnessi viali alberati che costeggiano le Terme di Caracalla e la pavimentazione di sampietrino a lato del Circo Massimo.
Nella vistosa e luminosa livrea arancione perlato, la Gallardo sgusciava inevitabilmente notandosi tra le altre automobili, catturando l’attenzione e lo sguardo mentre i fasci di luce del sole, limpido come già quasi invernale ma caldo da sembrare primaverile, già radenti nell’angolazione delle ore che precedono il tramonto evidenziavano le linee tese e spavalde della sua carrozzeria e si riflettevano sugli enormi cerchi cromati quasi buffi nel girare lenti eppur vorticosi come a trascinarsi quella dinamica scultura modellata decisa e filante sulle forme di un moderno drago di acciaio alluminio e carbonio.
Giunti ancora affiancati al semaforo alla fine di via dei Cerchi – dopo del quale ci saremmo separati: io svoltando a sinistra verso il lungotevere, la Gallardo procedendo dritta in direzione Velabro – Campidoglio – piazza Venezia – fermi che eravamo nel cuore archeologico di Roma – a sinistra il Circo Massimo con la medievale Torre dei Frangipane e il colle dell’Aventino con le sue basiliche romaniche…
(Nella foto: La spianata del Circo Massimo a Roma con in primo piano la Torre dei Frangipane, a destra il Colle Palatino e sullo sfondo la Chiesa di S. Maria in Cosmedin e la cupola della Sinagoga)
…a destra il Palatino con i resti delle ville imperiali oltre il quale il Colosseo anticipa i Fori, alle spalle le Terme di Caracalla e l’inizio dell’Appia antica con le sue infinite vestigia, davanti il complesso di S. Maria in Cosmedin con le sue incantevoli pavimentazioni cosmatesche, la Bocca della Verità con il suo carico di superstizione, l’elegante Tempio di Vesta e la deliziosa San Giorgio al Velabro – attendendo la luce verde, mi rendo conto di non essere il solo ammiratore di quel lucente drago di metallo arancione…
… Come se quella Gallardo fosse un moderno monumento italiano tra le tante antiche vestigia romane, dalla Fiat Multipla taxi ferma dietro di me lestamente esce un turista straniero, eccitato all’inverosimile: con un balzo si piazza accanto alla Lamborghini e rubando il tempo all’accendersi del semaforo verde scatta più fotografie che può, tra lo stupore dell’attempato guidatore della supersportiva, sentitosi forse come un animale dello zoo o una statua esposta in un museo.
Al quale stupore del guidatore della Lambo, sorridendo ha risposto a gesti l’autista del taxi. Come a dire: «Che vuoi farci, non stupirti: sei anche tu qualcosa di eccezionale e di insolito, tra tutte queste meraviglie che ci circondano e per le quali turisti come lui vengono apposta a Roma!».
Al che il rubizzo rubicondo brizzolato guidatore della Gallardo si è sciolto in una lieve e imbarazzata risata, lentamente ma vistosamente scuotendo a destra e sinistra la testa: «Che mi tocca vedere: è mai possibile?».