Ma le auto che consumano poco convengono davvero?
Al costruttore certamente sì, perché gli fanno risparmiare le sanzioni che entreranno in vigore dal 2013 su ogni esemplare venduto in Europa con emissioni di CO2 (proporzionali al consumo) oltre i 130 g/km.
Per il cliente, c’è molto da discutere: la settimana scorsa in un convegno è venuto fuori che il costo industriale dei dispositivi adottati di serie per abbassare i consumi è di addirittura 2.700 euro.
Quindi, bisogna andarci piano prima di parlare di “risparmio”. Ma d’altra parte per ora non ci sono grandi alternative: con i motori elettrici, a parte il fatto che non si possono fare viaggi extraurbani, si finisce per pagare 30mila euro un’utilitaria.
E l’ibrido, anche quando è concepito davvero per risparmiare (quindi lasciando stare le suv che lo usano per migliorare le prestazioni), in autostrada consuma praticamente quanto un benzina classico.
Insomma, miracoli non ne può fare nessuno.
Ed è bene saperlo, perché tra titoli sensazionalistici e pubblicità qualcuno potrebbe davvero illudersi. Certo, ormai le norme di protezione dei consumatori gli danno la possibilità di far causa al venditore che lo ha ingannato, ma arrivare al contenzioso non è mai una vittoria: i tempi sono lunghi e gli esiti incerti. In Italia, almeno.
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Credo che ora come ora si debba scegliere il male minore.
Sicuramente il consumo autostradale è uguale ad un normale benzina, ma è anche vero che il “vero consumo” lo faccio in città, per cui se riesco a ridurre questi consumi è già un passo avanti…
Resta il problema dei consumi non veritieri dichiarati dai costruttori, per le ragioni che ben sappiamo, per cui nel momento in cui compro un’ibrida sarebbe utile conoscere il consumo reale…