leggo su Il Salvagente e pubblico, ma sebbene sia d’accordo sull’ambiguità della situazione creatasi con due prodotti con lo stesso nome, incluso il problema del consumo da parte dei più giovani, mi sembra una forzatura diffidare la Red Bull (bevanda) per far si che si attivi contro la Red Bull (tabacco). Mi chiedo se non debba essere l’Autorità ad intervenire a sanare una situazione ambigua e/o se al limite non debbano essere le associazioni a spingere per una presa di posizione.
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Si chiama Red Bull, ma non ha nulla a che fare con la bevanda energizzante. E’ invece un tabacco da sigaretta, presente da diversi mesi sul mercato italiano (circa 10), e commercializzato da una società dal nome Pöschl Tabak GmbH&Co.KG, con sede in Germania.
Il prodotto, di media-buona qualità a detta dei fumatori di trinciato, è in vendita nelle versioni “Virginia” (pacchetto giallo) e “American blend” (pacco marrone), e dal suo arrivo ha riscosso un discreto successo.
Cosa c’è che non va, allora? Il nome, secondo il Movimento difesa del Cittadino.
L’associazione dei consumatori, messa in allarme dall’omonimia tra il tabacco (prodotto destinato solo ai maggiorenni, e notoriamente nocivo), e l’energy drink amatissimo dai giovanissimi, ha deciso di inviare una diffida alla Red Bull (quella della bevanda), affinché intervenga contro la società tedesca.
“Sappiamo benissimo che il marchio appartiene a una famosa bevanda energizzante, che vanta possedere molte vitamine oltre che qualità digestive, ampiamente pubblicizzata da atleti, grandi eventi, soprattutto sportivi, e che si rivolge a un target di giovani e minori che ne sono dunque i maggiori consumatori, un fatto che riteniamo gravissimo e nocivo alla salute pubblica”, scrive l‘associazione in un comunicato.
“Com’è noto in Italia la propaganda pubblicitaria dei prodotti da fumo è vietata senza alcuna distinzione tra pubblicità diretta e indiretta, ma è evidente che la notorietà del marchio Red Bull dia invece un forte impulso alla diffusione tra giovani e minori dei prodotti da fumo, cosa molto pericolosa soprattutto per questa fascia d’età, altamente influenzabile e passiva ai messaggi subliminali”.
L’associazione chiede quindi alla Red di intervenire con “azioni dirette” entro 20 giorni,
“Invitiamo quindi la società Red Bull – continua MDC – a intervenire attraverso azioni, è necessario infatti sottrarre il marchio allo sfruttamento illecito da parte della società tedesca e come associazione a difesa e tutela dei consumatori, in particolare dei minori che ne sono i principali consumatori, intraprenderemo ogni azione utile affinché il diritto alla salute dei cittadini venga rispettato”.