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Diritti, doveri e le contraddizioni dell’IMU

Pubblico un estratto dall’articolo di Simone Fanti tratto da Invisibili, blog di cui ho parlato tempo fa e che permette una maggior consapevolezza circa il modo in cui sarà applicata l’IMU.

Anch’io come molti ho parlato degli anziani, ma dei disabili se ne parla meno, forse perchè come recita il nome del Blog, sono e restano Invisibili

….molte volte, i doveri superano di gran lunga i diritti. Anzi talvolta si ha la sensazione che i primi facciano uno sberleffo ai secondi. Un esempio di questa presa in giro è rappresentata dall’Imu, l’imposta municipale unica. In altre parole la tassa più odiata dagli Italiani.

La settimana passata i social network sono stati teatro di una protesta tutt’altro che politically correct. Lo slogan più comune era: i disabili e gli anziani pagano l’IMU, le banche no.

Il decreto Salva Italia, che pure prevede uno sconto di 50 euro per ogni figlio a carico fino a 26 anni, non concede nulla alle famiglie di disabili adulti, spesso gravi e gravissimi, a carico per tutta la vita.

Questo poi a fronte di una continua richiesta, da parte di chi presta servizi a queste famiglie, di contributi per erogare le prestazioni sociali. I continui tagli al welfare di fatto si riverbera sulle famiglie con persone con disabilità grave impoverendole sempre di più.

Invisibili tra gli invisibili poi ci sono gli anziani ricoverati in case di riposo su cui l’IMU si abbatterà come salasso. (… ) Pagheranno l’Imu sulla casa dove risiedevano come se questa fosse un’abitazione vuota.

In un paese perfetto si misurerebbe il reddito di questi anziani e delle famiglie con disabili gravi cercando di capire se la casa è un lusso da tassare o un’esigenza.

….una persona con disabilità che come me lavora e guadagna ha il dovere di contribuire nella sue possibilità alle spese dello Stato. Ma è un obbligo ugualmente forte per lo Stato proteggere i suoi cittadini più fragili.

Nella Costituzione non c’è un articoletto a riguardo? Forse l’articolo 53 non dice “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva?”.