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Piatti e bicchieri di plastica: inizia la raccolta differenziata, ma non è così semplice

in sintesi un articolo di Luca Foltran che leggo suIl Fatto Alimentare

Finalmente anche le 140.000 tonnellate di piatti e bicchieri in plastica monouso che annualmente gli italiani consumano potranno essere riciclati.

Fino ad ora questi rifiuti finivano nel sacco nero dell’indifferenziata, ma dal primo maggio 2012 possono essere raccolti assieme agli altri imballaggi in plastica.

Restano invece esclusi quelli di materiale plastico più rigido (melammina o polipropilene, per esempio), non potendo essere considerati imballaggi, come ad esempio le posate usa e getta.

È comunque un’ottima opportunità perché piatti e bicchieri monouso, in alcune situazioni indubbiamente pratici, come durante gite o feste, potranno offrire vantaggi consistenti anche durante la fase di recupero.

Le raccomandazioni per un corretto conferimento di questi rifiuti sono quelle già applicate per altri materiali riciclati, devono essere privi di qualsiasi residuo solido o liquido e quindi adeguatamente svuotati prima di essere smaltiti, fatte salve le normali tracce di quanto hanno contenuto. Questo particolare è importante perché agevola le operazioni di selezione e di avvio al riciclo.

Secondo alcuni però, il sistema non potrà funzionare bene perché mancano adeguati sistemi di riciclaggio per questo tipo di plastiche.

Allo stato attuale – spiega Roberto Ronco Assessore all’ambiente della Provincia di Torino – mentre i vituperati sacchetti e le bottiglie attraverso addeguate filiere di recupero torneranno a essere plastica, per i piatti e i bicchieri non sarà proprio così. Le stoviglie usa e getta rientrano nella famiglia delle plastiche eterogenee, per le quali non esiste ancora una filiera di recupero su scala nazionale, e dunque verranno spesso incenerite.

Non si tratta di problemi tecnici insormontabili, ma di una questione economica. Attivare un nuovo filone di recupero ha dei costi molto alti, che non saranno mai affrontati in assenza di un mercato significativo di acquirenti.

Quindi per ora non se ne farà nulla, al di là di qualche rara esperienza regionale, come il caso dell’azienda di trattamento Revet, che in Toscana ha avviato alcuni progetti sperimentali di riciclo, recuperando parte delle plastiche miste per produrre pannelli fonoassorbenti, componenti per la Piaggio e arredamenti per esterni».

 

Ma il riciclo delle stoviglie usa e getta è un problema comune a molti Paesi, che raccolgono piatti e bicchieri ma poi non li differenziano e li trattano come rifiuti indifferenziati da incenerire. In altri invece come in Germania devono essere ripuliti prima di finire nel circuito produttivo.

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Questa voce è stata pubblicata il 15 giugno 2012 da in Ambiente & Ecologia, Consumatori & Utenti, Leggo & Pubblico, Riciclo = Risorsa con tag , , , , .