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La centrale a biogas di Bernate ha ben poco di ecologico

Sono passati molti mesi dall’avviamento della centrale a biogas di Bernate sopra Ticino, al confine con il territorio di Boffalora, ma a tutt’oggi infuria la polemica.

Esistono infatti casi documentati di persone ricoverate al pronto soccorso per malesseri dovuti ai miasmi che la struttura genera lavorando 24 ore al girono.

“Spesso si vuole nascondere dietro l’aggettivo “bio” iniziative che sono tutto tranne che ecologiche” ha commentato Michele Corti, professore della facoltà di Agraria a Milano, nel corso di un incontro con la gente comune dei due paesi per fare il punto della grave situazione.

La centrale, sorta all’insaputa dei cittadini, non rispetta nemmeno la distanza standard di cinque/dieci chilometri dai centri abitati definita dall’Unione Europea — ha dichiarato invece Giuseppe Raimondi, del comitato di Boffalora — vogliamo garanzie sulla compatibilità ambientale e civica della struttura.

Tanto più che sono sorti dei forti dubbi sulla legittimità di quello che viene combusto nella centrale: questo impianto dovrebbe poter bruciare solo trinciato di mais e bucce di patate e pomodori. In realtà le decine di camion che passano ogni giorno emanano un forte odore di letame.

Maurizio Venegoni, titolare dell’omonimo salumificio che si trova a poca distanza dalla centrale, dice infatti di essere stato avvicinato da un vero e proprio “mediatore di scarti animali”, che si è offerto di ritirare i suoi, a conferma della prassi diffusa anche in altri impianti che dovrebbero occuparsi solo di prodotti vegetali. … segue …

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