A prescindere dal fatto che a casa utilizzo soprattutto pile ricaricabili, ci sono alcuni apparecchi per i quali è necessario utilizzare pile tradizionali; così come consigliato nell’articolo che leggo su Rinnovabili, anch’io utilizzo le stilo AA usate per il mouse wireless che riesce a funzionare sino a spremere per bene la pila.
In ogni caso prima di buttarla (non nel cestino, ovviamente…) controllo con un piccolo apparecchio simile a quello che vedi qua sotto, acquistato tempo fa per pochi € e che mediante una semplice scala rosso – giallo – verde mi conferma o meno l’esaurimento della pila.
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Ingannati dal malfunzionamento di un dispositivo spesso gli italiani gettano pile che contengono ancora elevate quantità di energia.
Sono numerosi i modi per risparmiare energia e un accorgimento in più si può adottare seguendo i consigli di chi l’energia la conosce da molto tempo. E’ il caso della Duracell, nota azienda produttrice di pile, che ha rivelato come una volta su tre gli accumulatori alcalini vengano gettati con ancora il 40% dell’energia utilizzabile.
I dati rivelati, contenuti nel rapporto redatto con la collaborazione dell’European Recycling Platform (ERP) offrono quindi una fotografia preoccupante di come gli italiani si rapportino all’energia. Per ovviare alla delicata problematica la società sta quindi offrendo diverse soluzioni che aiutano il consumatore a capire quando è realmente arrivato il momento di acquistare nuove pile.
Spesso quando i dispositivi smettono di funzionare, non sempre le pile al loro interno sono effettivamente esaurite; è infatti comune che alcuni dispositivi ad alto consumo, tra cui la fotocamera digitale, a volte smettano di funzionare quando la pila ha ancora disponibile più del 60% della sua energia che potrebbe essere utilizzata per il funzionamento dei giocattoli per bambini o un telecomando.
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