un articolo di Roberto La Pira che leggo su Il Fatto alimentare
In riferimento all’articolo “Bere tanta acqua minerale come dicono gli spot, non fa stare meglio e non depura, è solo una bufala“, Mineracqua tiene a replicare che bere 1,5 o 2 litri di acqua al giorno fa bene. Ciò è innegabile e condiviso a livello scientifico in tutto il mondo, essendo il corpo umano composto per il 65% d’acqua e addirittura il 70,75% nei neonati. Di quale acqua nutrire il corpo è poi libera scelta di ciascuno.
Bisogna però avere consapevolezza che bere acqua potabile sia ben diverso dal bere acqua minerale, perché la minerale proviene da un giacimento profondo, protetto, incontaminato, e’ pura all’origine, ha caratteristiche chimiche costanti e stabilite per legge. L’ acqua potabile, per contro, può provenire da falde superficiarie o, come spesso accade, da fiumi o laghi, ed è sottoposta a trattamenti di potabilizzazione e di disinfezione.
Spesso è contaminata da arsenico, come le cronache talvolta riportano, o da altri inquinanti. L’importante è che ogni cittadino sia ben informato per poi scegliere quanto e che cosa bere.
Mineracqua (Federazione italiana delle industrie delle acque minerali
Mineracqua replica al nostro articolo esprimendo un certo risentimento. Siamo contenti perché è difficile condividere le tesi speso tendenziose portate avanti dall’associazione. Anche questa lettera di poche righe è caratterizzata da informazioni scorrette e da un livello di superficialità incredibile.
Risponde Roberto La Pira;
Procediamo con ordine. A fronte degli studi e dei dati scientifici riportati in modo organico e puntiglioso nel nostro articolo dove si dice e poi si spiega che “Il fabbisogno giornaliero d’acqua varia da persona a persona e dipende dal clima o dall’ambiente esterno, dall’eventuale attività sportiva e dalle condizioni generali dell’organismo” citando diversi studi scientifici, Mineracqua dice che “1,5 -2 litri di acqua fanno bene” e per suffragare la tesi cita come fonte scientifica tutto il mondo!
L’aspetto più inquietante è l’accusa verso l’acqua di rubinetto “Spesso è contaminata da arsenico”.
La malafede di queste parole è sin troppo evidente, perchè si dimentica che l’arsenico è presente in quantità minime (tali da non rappresentare un problema) anche in moltissime acque minerali , e che la gente non lo sa solo perchè i produttori non lo scrivono in etichetta.
Formulare l’accusa nei confronti dell’acqua potabile di essere spesso contaminata dall’arsenico, vuol dire creare allarmismo.
Mineracqua sa che il problema dell’arsenico eccessivo nell’acqua potabile riguardava 128 comuni 3 anni fa, poi diventati poche decine quasi tutti situati nel Lazio e non l’intera rete nazionale.
In ogni caso l’attacco all’acqua potabile è sconcertante, perchè Mineracqua dimentica gli incidenti capitati alle bottiglie di minerale in questi anni e la ricca collezione di messaggi pubblicitari ingannevoli che hanno convinto erroneamente milioni di consumatori ad abbandonare l’acqua di rete.
E poi non è vero che l’acqua minerale viene sempre estratta da falde profonde, ci sono decine di fonti che pescano a pochi metri sottoterra e registrano sovente qualche problema.
Basterebbe sfogliare gli annali delle Asl della Regione Veneto e Lombardia per trovare decine di casi di contaminazioni microbiche e di contaminazione da sostanze estranee che hanno causato ritiri dal mercato. Infine bisogna ricordare gli incidenti di percorso dovuti all’uso per venti anni di bottiglie di plastica e tappi puzzolenti di PVC che rilasciavano facilmente plastificanti e monomeri appena saliva la temperatura, e gli scandali storici come quello della Perrier al benzene ritirata anni fa in tutta Europa.
Segnalo il problema dei sottoprodotti da disinfezione esploso in Sardegna, la concentrazione di trialometani e cloriti supera le soglie di legge costrigendo gli amministratori a dichiarare l’acqua non potabile.
La causa dovrebbe essere in una clorocopertura ecessiva.
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