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Mobili ed elettrodomestici, come sfruttare gli incentivi

un’ampia sintesi di un articolo che leggo su E-R Consumatori

Avete intenzione di dare una rinnovata al vostro appartamento cambiando cucina, divani, frigorifero? Questo è il momento giusto.

Fino al 31 dicembre, infatti, metà della spesa (che non può superare, però, i 10mila euro) verrà restituita in 10 anni, in rate annuali, sotto forma di sconti fiscali. È quanto prevede il Decreto Legge 63/2013 approvato in via definitiva il 1° agosto scorso.

Attenzione però, il cambio dei mobili deve essere necessariamente parte di un progetto più ampio che  comprende la ristrutturazione di una o più parti della stessa abitazione per le quali si è usufruito del bonus specifico.

Quando parliamo di ristrutturazione, è esclusa la manutenzione ordinaria come, ad esempio, la tinteggiatura delle pareti o la levigazione del pavimento.

Rientrano, invece, tutti gli interventi previsti dal Testo Unico per l’Edilizia: dalla manutenzione straordinaria al restauro e risanamento conservativo, dalla ristrutturazione edilizia all’installazione di pannelli fotovoltaici, dagli interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato da calamità agli interventi di bonifica anti-amianto, dall’eliminazione delle barriere architettoniche alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali fino alla prevenzione di furti e atti di vandalismo. Ma non solo. C’è anche un limite temporale da tenere presente.

I potenziali beneficiari del bonus mobili, infatti, sono tutti coloro che hanno sostenuto e documentato spese di ristrutturazione tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2013.

Anche nel caso di lavori di ristrutturazione già conclusi, è possibile usufruire del bonus mobili: a fare fede, in questo caso, è la data del pagamento che deve avvenire tra il 6 giugno e il 31 dicembre 2013, per i mobili, dal 4 agosto per gli elettrodomestici.

L’“alleato” sarà il bonifico bancario o postale “parlante” nel quale devono essere specificate tutte le informazioni necessarie (nome, cognome, codice fiscale, numero di partita Iva ovvero il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato e riferimenti normativi), in modo da non avere problemi alla presentazione della documentazione per usufruire di questo sconto fiscale sulla dichiarazione dei redditi.

(Si dimentica però che, pagamenti in nero a parte, spesso si paga l’elettrodomestico in negozio con carta di credito o con Assegno bancario alla consegna, anche perchè sono pochi quelli che se ne vanno da casa con ancora soldi da prendere e ne sa qualcosa un giardiniere che conosco; quando gli dicono, a lavoro concluso, poi ti faccio un bonifico equivale a dirgli Aspetta e spera che quando ho voglia ti pago…)

Detto questo è evidente che chi ha già sostenuto le spese (e non ha pagato in questo modo) è praticamente tagliato fuori dall’incentivo.Nessun problema, invece, se si sceglie di pagare, come spesso accade, a rate: è necessario, tuttavia, che l’ordinante sia la stessa persona a cui sono intestate le fatture che attestano l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione.

Premesso che è attesa la pubblicazione da parte del­l’Agenzia delle Entrate di una guida ad hoc che spieghi nei dettagli i requisiti per accedere al bonus mobili, la tendenza più diffusa è quella di fare riferimento alla comune accezione del termine “mobili”, per cui rientrano tutte le tipologie indicate, dal divano alle sedie al tavolo. Idem per gli arredi di ambienti esterni alla casa.

Nulla importa se l’acquisto viene effettuato presso un grande magazzino oppure in un negozio artigianale: l’importante è che la spesa sia documentata  e che il pagamento venga effettuato nei termini di legge.

Vi sono dei dubbi, che ci si augura vengano chiariti dal ministero in tempi brevi, su lampade e apparecchi di illuminazione, porte d’interni, parquet e tende. Per quanto riguarda gli elettrodomestici, invece, vi è un limite ben preciso: non rientrano i piccoli elettrodomestici (il ferro da stiro, ad esempio) ma si può “scaricare” il 50% della spesa sostenuta per l’acquisto di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, nonché A per i forni, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica. Ovviamente anche questi devono essere finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione.

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 19 settembre 2013 da in Consumatori & Utenti con tag , , , , , .