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Poche pattuglie e sistemi d’allarme inutili = in contromano per 80 chilometri

di Maurizio Caprino

Incredibile. Non c’è altra parola per definire la scorribanda del giovane dominicano che la scorsa notte ha percorso contromano 80 chilometri in autostrada, tra la A7 (da Genova Bolzaneto) e l’A12 (a Brugnato, verso La Spezia).

Non si può dire che l’allarme sia scattato in ritardo. Eppure quella Honda Civic rossa è andata avanti lo stesso per tutto quel tratto, perché chi la guidava era molto determinato e perché la Polizia stradale aveva poche pattuglie.

Infatti, per ben due volte sono stati predisposti blocchi della carreggiata, ma con sole due volanti.

Troppo poco per indurre lo sventurato a fermarsi: parliamo di una persona con problemi psichici conclamati (si dovrà vedere perché aveva la patente ancora in tasca), che probabilmente per quello non si è fatta problemi nell’urtare le vetture della Polizia.

Pattuglia

Così è stato necessario fare un terzo posto di blocco, rinforzato da mezzi pesanti. Solo davanti a quella barriera quel guidatore si è fermato.

Da quanto si evince dal comunicato della Polizia, sull’A12 si è riusciti a mobilitare appena tre pattuglie. Anche considerando gli equipaggi intervenuti per bloccare nel frattempo l’autostrada, non sembra certo uno schieramento da telefilm americano.

A dimostrazione del fatto che sulla strada si può usare tutta la tecnologia del mondo per fare controli automatici, ma il trasporto è ancora un’attività maledettamente fisica, che richiede ancora un impiego adeguato di esseri umani in carne ed ossa.

Tra l’altro, in questo caso la tecnologia è stata inutile: il primo allarme lo ha dato una pattuglia che ha incrociato la Civic sull’A7 e, anche se i gestori autostradali avessero installato sistemi che segnalano l’errore al conducente contromano, il dominicano li avrebbe probabilmente ignorati (visto che ha ignorato anche due posti di blocco).