un articolo che leggo su Rinnovabili.it, depurato come sempre dagli inglesismi inutili ovvero perchè scrivere greenbuilding quando puoi benissimo scrivere edificio verde?
E’ possibile trasformare un vecchio e fatiscente edificio costruito a Brooklyn nel 1920, in una vera “macchina dell’abitare ad altissima efficienza” certificata Passivhaus? Secondo il restyling della Tighthouse a Park Slope, Brooklyn, la risposta è certamente si.
A firmare il progetto è l’architetto Julie Torres Moskovitz che, con il supporto dei progettisti di Fabrica718, ha rivoluzionato l’involucro esterno della Tighthouse, eliminando completamente il problema delle dispersioni termiche.
L’elevato isolamento termico, la sostituzione dei vecchi infissi con finestre a tripli vetri, l’eliminazione dei ponti termici e la scelta unicamente di luci al LED hanno permesso, di abbattere i consumi di oltre il 90% rispetto alle case tradizionali, mentre l’impianto fotovoltaico e quello solare termico collocati sul tetto assicurano la copertura totale dei consumi energetici e termici trasformandola in una vera casa passiva.
A questi accorgimenti si aggiunge poi l’inserimento di ampie vetrate su entrambi i lati per sfruttare al massimo l’illuminazione naturale.
Occupata da una famiglia di quattro persone, la Tighthouse ha permesso di spendere per il riscaldamento invernale e la climatizzazione estiva circa 512 dolari in un anno, quasi un quinto della spesa minima solitamente sostenuta dai residenti di case simili a New York.