leggo in questo articolo di Rinnovabili che: “…a crescere è anche la produzione [dei rifiuti], ma sarebbe il caso di aggiungere che crescono i rifiuti inutili e mi riferisco nello specifico negli imballaggi dei prodotti (e tu chiamalo packaging, se ti va).
Leggi ad esempio questi post… , ma soprattutto guarda questa foto, inviatami da Marco S.M., e riferita ad un prodotto venduto all’estero, ma che testimonia un’assurdità che in ogni caso genera rifiuti inutili.
Sui rifiuti urbani l’Italia supera il 45% di raccolta differenziata, con un ritardo di sei anni sulla tabella di marcia europea.
Ma a crescere è anche la produzione, spinta da un lieve aumento delle spese per i consumi.
È questo il quadro tratteggiato dalla 17 esima edizione del Rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra, presentato a Roma.
L’analisi fornisce i dati, aggiornati all’anno 2014, su produzione, raccolta differenziata, gestione dei RSU e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale.
Riporta, inoltre, le informazioni sul monitoraggio dell’Ispra sui costi dei servizi di igiene urbana e sull’applicazione del sistema tariffario.
Le cifre dicono che dopo tre anni di calo, il nostro Paese produce più rifiuti (+ 0,3% sul 2013), una quantità pari, in valore assoluto, a 29,65 milioni di tonnellate.
Lo scorso anno è cresciuta anche la percentuale di raccolta differenziata (+3%), raggiungendo il 45,2%, obiettivo indicato per il 2008 dalla direttiva europea in materia.
A rispettare le soglie stabilite per il 2012 a livello comunitario, invece, sono invece solo 14 province, 11 delle quali al Nord.
Il target L’obiettivo del 65% di riciclo è dunque ancora molto distante per il nostro Paese, anche se ormai è stato fissato tre anni fa.
Nello Stivale il 31% dei rifiuti urbani finisce ancora in discarica, anche se il 70% del materiale è sottoposto a trattamento preventivo.
Si tratta di un progresso significativo, dato che solo il 58% veniva pretrattato nel 2013. Il recupero di materia, invece, riguarda oltre il 25%, mentre il trattamento biologico della frazione organica più del 16%.
Complessivamente, il riciclaggio vale circa il 42% della produzione: l’obiettivo europeo è del 50% entro il 2020.
La quota che rimane prende destinazioni sempre più controverse: il 17% dei rifiuti finisce agli inceneritori, mentre il 2% è utilizzato per produrre energia.
lettura integrale dell’articolo qui: Raccolta differenziata: l’Italia è in ritardo di sei anni