Le dighe lungo il fiume Madeira, nel Brasile occidentale, hanno invaso 36.100 ettari di foresta pluviale, costringendo alla fuga decine di migliaia di persone appartenenti a tribù indigene anche incontattate.
Gli impatti dei due nuovi impianti di Jirau e Santo Antonio potrebbero estendersi oltre Brasile, fino a Perù e Bolivia.
Non solo scacciano dalle loro terre gli indigeni, ma interrompono anche i flussi migratori del pesce gatto, spiega la ONG Amazon Conservation Association.
Il gruppo ha rilasciato immagini satellitari che mostrano l’impatto delle due dighe sul Madeira. Quest’ultimo è una delle arterie blu che collegano le Ande peruviane alle pianure dell’Amazzonia.
Attraverso di esse fluiscono i nutrienti per la terra e la mole d’acqua che alimenta l’immenso rio Amazonas, che taglia la foresta brasiliana da Ovest a Est.
Con le due dighe il percorso naturale delle acque è stato interrotto, allagando decine di migliaia di ettari di territori abitati dalle tribù.
I sostenitori degli impianti dicono che questi progetti contribuiranno a generare posti di lavoro ed energia pulita, così come sminuiscono la portata delle inondazioni, mettendole in relazione alla vastità della foresta amazzonica.
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Disse il merlo al tordo “sentirai er botto si nun sei sordo” è quello che succederà al nostro pianeta