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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Tokyo Express

In una cala rocciosa della baia di Hakata, due corpi giacciono composti su una lastra bruna. L’aria fredda e salmastra solleva un lembo del kimono di lei. Entrambi sono giovani e belli. Il colorito roseo delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. Un suicidio d’amore, non ci sono dubbi.

La polizia di Fukuoka sembra quasi delusa: niente indagini, niente colpevole. Ma, almeno agli occhi di Torigai Jutaro, un investigatore dall’aria indolente e dagli abiti logori, e del suo giovane collega di Tokyo, Mihara Kiichi, qualcosa non torna: se i due sono arrivati con il medesimo rapido da Tokyo, perché mai lui, Sayama Ken’ichi, funzionario di un ministero al centro di un grosso scandalo per corruzione, è rimasto per cinque giorni chiuso in una locanda in attesa di una telefonata?

E perché poi se n’è andato precipitosamente lasciando una valigia? Ma soprattutto: dov’era intanto lei, l’amante, la seducente Otoki, che di professione intratteneva i clienti in un ristorante?

Bizzarro comportamento per due che hanno deciso di farla finita. Per fortuna sia Torigai che Mihara diffidano delle idee preconcette, e sono dotati di una perseveranza e di un intuito fuori del comune.

Perché chi ha ordito quella gelida, impeccabile macchinazione, quel perfetto congegno è così diabolico da capovolgere la realtà.

Non solo: è un genio nella gestione del tempo. Qualcuno capace di considerare infinite combinazioni di numeri, di tracciare linee e poi farle incontrare. Per lui dev’essere come una meditazione.

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Questa voce è stata pubblicata il 16 agosto 2018 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag .