«Non mi sposerò mai! Me lo sono ripetuto per tutta la vita, sin da quando ero ragazzino. Ogni volta che si sfiorava l’argomento matrimonio, o che qualcuno nella mia cerchia di conoscenti minacciava di sposarsi, o che mi sentivo rivolgere domande del tipo “Ma non hai mai pensato di mettere la testa a posto?”, il mio mantra era puntualmente lo stesso: “Non mi sposerò mai”.»
E a questo mantra Stefano D’Orazio si è tenuto stretto con tutte le forze, mentre attorno a lui amici e compagni cadevano vittima uno dopo l’altro del «sacro vincolo» (e gli altri Pooh si sposavano due o tre volte a testa).
Ma nella vita di ogni uomo, si sa, c’è una donna destinata a fargli perdere completamente la testa e a rivoltargli la vita come un calzino.
E così, dopo dieci anni di convivenza, in una notte sconsiderata di inizio estate e in diretta tv dall’Arena di Verona, Stefano è arrivato a formulare la fatidica proposta alla sua amata Tiziana.
E vissero felici e contenti? No, questo è solo l’inizio della nostra storia.
Perché al giorno d’oggi mettere in piedi un matrimonio è più impegnativo che dar vita a un tour di cinquanta concerti negli stadi.
I futuri sposi vengono risucchiati in un girone dantesco popolato da wedding planner e flower stylist, manager dal sangue blu e hostess svampite.
Da questa esperienza Stefano è uscito più saggio, più sfinito e soprattutto più sposato: essendo sopravvissuto per raccontarcela, condivide con i fan che lo seguono da una vita e con gli sventurati che hanno in mente di sposarsi tutti i trucchi e i segreti per organizzare il «giorno più bello»
Leggi anche questa intervista a D’Orazio da cui estrapolo un passaggio che mi interessa:
“…nel momento in cui uno prende la decisione non si immagina cosa sta per accadergli; dei meccanismi in cui si caccia, a cominciare dal catering, alla location, al flower stylist, tutti nomi inglesi per quello che un tempo erano pranzo, chiesa, fiorista.”