di Michele Catozzi
Tea – Pagg. 304 – € 6,99 (ebook)

Trama: Venezia, estate 2014. Un barchino truccato, reduce da gare di velocità illegali e pilotato da due minorenni, travolge il cadavere di un uomo. Sono sufficienti i primi rilievi per capire che il corpo era in acqua già da qualche giorno e che presenta ferite d’arma da fuoco. Ciò che invece fin da subito si rivela più complicato è l’identificazione, compito reso quasi impossibile dal volto completamente sfregiato.
Mentre il commissario Aldani e la sua squadra faticano a rintracciare informazioni utili, una banda di malviventi mette a segno alcune rapine particolarmente violente in lussuosi alberghi della città.
E se gli eventi fossero collegati?
Aldani vuole approfondire quello che sembra soltanto un vago sospetto, e finisce così per lavorare al fianco del vicequestore Lena Morini, a capo dell’Antirapina, una donna dal carattere forte e spigoloso… quasi quanto il suo.
Tra mosse azzardate e incidenti diplomatici, i due porteranno avanti una complessa indagine, che vivrà il suo momento decisivo in una Venezia in trepidante attesa dei festeggiamenti per la notte del Redentore, con calli traboccanti di turisti e ben pochi canali di fuga…
Opinione personale: E’ il quarto libro che leggo della serie con Il Comm. Aldani e mi sono accorto che, per errore, ho saltato il secondo della serie.
Anche in questo caso nella mia classifica personale gli assegno un Buono (4* su Kobo); una volta prese le misure al carattere di Aldani, a tratti brusco, ma mai ingiusto verso i sottoposti, la strada è in discesa e la piacevolezza di lettura aumenta.
La storia gialla tiene e dà il via ad indagini sul campo integrate con ricerche d’ufficio, in collaborazione con la Furti e Rapine guidata dalla vice questore Morini che ha un carattere simile ad Aldani, ed infatti inizialmente ci sono un po’ di schermaglie verbali fra i due, poi nel proseguo della conoscenza professionale e con un minimo di diplomazia (parola forte, questa, per Aldani) si raggiunge una certa armonia.
Ho qualche dubbio sulle motivazioni alla base del disegno criminale, forse si poteva ottenere lo stesso risultato con meno violenza, ed in ogni caso ho intuito lo schema prima di Aldani. 😉
Se non si fosse capito, lo consiglio.