11 minuti di lettura ben spesi, a parer mio, quelli impiegati per la lettura di questo testo di Maico Morellini: I frammenti di una generazione alla deriva
Scrive l’Autore su Mastodon: Ho scritto questo pezzo. Non so bene cosa sia, non so come definirlo. Un piccolo manifesto? Non credo. Magari uno sguardo sul presente, su cosa siamo e su cosa ci aspetta? Forse. Ma più probabilmente è solo un ragionare ad alta voce, un domino di pensieri sinceri con cui qualche volta mi sono distratto, ma con cui non ho mai avuto il tempo (o il coraggio o l’incoscienza) di giocare fino in fondo.
Questo è un passaggio che centra il problema ed è adattabile a più contesti: “Non c’era, come non c’è mai, un Manuale delle Giovani Marmotte a cui rivolgersi per sopravvivere al cambio generazionale.”
Sono nato prima del ’75 e sono diverso dai baby boomers descritti, ma riconosco che quanto detto è vero per la maggioranza.
Ed è triste (ma vero) che una generazione abbia perso di vista il domani in nome di un egoismo che guardava solo l’oggi che però è diventato ieri e non ha lasciato il segno.
Scrive Maico in risposta al mio commento: che poi non voglio dare la colpa a una generazione o l’altra. Forse nemmeno si può parlare di colpe. Son cose successe. È solo giusto – secondo me – raccontarle.
Secondo me: più che colpe, per quelle ci vuole il dolo, le chiamerei mancanze. Di personalità, di coscienza (collettiva), del saper vedere oltre l’immediato e che ha causato la ricerca del facile guadagno di oggi che sulla distanza si è dimostrato meno duraturo del previsto, mentre duraturi sono stati i danni inferti alla società ed all’ambiente.
E le scorciatoie, spesso, calpestano i vecchi sentieri tracciati nel tempo con cognizione di causa.
Perdere di vita il passato, pensando solo al presente, ha tolto il futuro a più di una generazione.