
Anche l’Italia ha avuto il suo Monuments man. Questa è la sua storia.
Ha poco più di vent’anni Rodolfo Siviero, poeta e critico d’arte, quando viene avvicinato da un funzionario del Partito Fascista. La richiesta che gli arriva è del tutto inattesa.
Dovrà andare a Erfurt, nel cuore della Germania nazista, per raccogliere informazioni sul nuovo alleato. Dovrà diventare una spia. In Germania troverà molte cose. Una nazione ottenebrata dai deliri di potenza di un dittatore. Una donna, Emma, bellissima e misteriosa, con cui intreccerà una grande e difficile storia d’amore. L’orrore del campo di prigionia di Buchenwald.
E scoprirà che Goebbels e Hitler intendono saccheggiare le città d’arte italiane, col beneplacito di politici compiacenti, per creare un grande museo del Terzo Reich. Cinque anni dopo, durante la guerra, a Firenze, Siviero è il leader di una squadra che, tra travestimenti, scontri armati e rocambolesche fughe, impedirà ai nazisti di saccheggiare il patrimonio artistico italiano. Lì, nella sua città, incontrerà di nuovo Emma…
Ispirato a una storia vera, il romanzo di un eroe che salvò gran parte del patrimonio artistico di Firenze dalle mani dei nazisti.
Opinione personale: Una bella lettura, con la scoperta di una persona che ha fatto tanto per il patrimonio artistico italiano, ma credo sia una figura sconosciuta ai più (me compreso) il che è un peccato.
Il romanzo mi è piaciuto, difficile non appassionarsi alla vicenda di Siviero, anche se spiace scoprire poi che tutta la parte collegata ad Emma è fantasia pura che sicuramente ha alleggerito la storia, ma forse avrei preferito un resoconto più veritiero.
Di certo c’è che ad un certo punto vien da pensare che le capacità spionistiche di Rodolfo lo proteggano sempre, per cui la cattura da parte della Banda Carità, con quello che ne consegue, mi ha spiazzato non poco.
Su Wiki ho letto che Siviero ha proseguito la sua attività anche nel dopoguerra: “Riportate in Italia la maggior parte delle opere, Siviero – a partire dagli anni cinquanta – si occupa sistematicamente di ricercare, per conto del Governo, tutte le opere d’arte che vengono rubate ed esportate dall’Italia. Questa intensa attività, che gli vale il soprannome di “007 dell’arte”, dura fino alla sua morte nel 1983. In questo periodo Siviero spesso denuncia la poca attenzione che le istituzioni governative dedicano al problema del recupero del patrimonio artistico.”
Nella mia classifica personale gli ho assegnato un Buono (4* su Kobo).
È una fortuna avere ancora oggi il patrimonio artistico di Firenze
https://www.nellanotizia.net/scheda_it_138948_Visitare-Firenze,-tra-Rinascimento-ed-incontri-erotici_1.html